Spoleto57, Barbareschi strega il Romano: standing ovation e premio Martini (foto)

Luca Barbareschi
Luca Barbareschi col sindaco Cardarelli

Il sindaco Fabrizio Cardarelli durante la serata del Festival dei Due Mondi ha consegnato a Luca Barbareschi il premio Martini alla versatilità

Quarant’anni di carriera quelli di Luca Barbareschi. Quarant’anni che l’attore, produttore, regista e politico ha deciso di portare sul palco di Spoleto 57 raccontandoli in maniera a volte comica, a volte tragica, a volte quasi fantastica, in un mix che ci ha fatto venire in mente Big Fish – Storie di una vita incredibile, di Tim Burton.

Già, perché al Festival dei Due Mondi ascoltando i racconti di vita di Barbareschi, tra mille avventure sessuali (su tutte quella in cui dice di aver sedotto a quattordici anni sorellastre e matrigna e quella di una scappatella in Francia con una misteriosa attrice francese), abusi sessuali ad opera di un parroco, incontri con i più famosi attori, registi produttori di Hollywood (qualsiasi nome vi viene in mente, beh, lui lo ha conosciuto: De Niro, Al Pacino, Belushi, Coppola, John Lennon incontrato in ascensore…) viene più volte da chiedersi se tutto quello che dice è vero, o se invece Barbareschi stia semplicemente facendo un po’ il verso al Manuel Fantoni di Borotalco.

Lui sostiene che è tutto vero, anzi, forse c’è qualcosa che ha omesso. Lui sul palco sa muoversi bene, si trova a suo agio, e il pubblico lo sente. Agli spettatori piace e viene ripagato, dopo oltre due ore di spettacolo, con applausi scroscianti e standing ovation. Ma non solo. Barbareschi è stato premiato dal neo sindaco e presidente Fondazione Festival Cardarelli con il Premio Martini alla versatilità.

Note di colore. Barbareschi ha ironizzato più volte sul peso del neo Sindaco, ma Cardarelli non si è fatto trovare impreparato e ha risposto per le rime all’attore dicendo che “per una città di peso, ci vuole un Sindaco di peso, non un Sindaco mingherlino”. A rendere suggestiva la serata c’è stato un vento insistente che ha fatto danzare per tutto il tempo il cappello dell’artista sul palco.

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