In tutta l’Umbria nuovi bandi per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
La Regione ha presentato i nuovi modelli di bando e delle domande, dando notizia che quelli comunali saranno divisi in tre scaglioni.
Entro il prossimo 30 toccherebbe ad Assisi, Bettona, Massa Martana, Montefalco, Monteleone di Spoleto, Nocera Umbra, Perugia, Terni, Todi e Umbertide che hanno approvato il nuovo regolamento, per tutti gli altri c’è tempo fino a settembre.
“I nuovi bandi – ha spiegato l’assessore regionale Stefano Vinti – sono attesi ormai da anni da circa 10 mila famiglie umbre e quindi rappresentano un ulteriore segno dell’impegno costante della Regioneper le politiche della casa e dell’abitare. Resta comunque il problema dei finanziamenti necessari per la realizzazione di nuovi alloggi e l’Umbria è capofila nella richiesta di un nuovo Piano nazionale per la casa che consenta, attraverso il recupero del patrimonio immobiliare già esistente, di soddisfare le esigenze di un numero ormai impressionante di famiglie che, stante la crisi economica, non riescono a trovare una soluzione abitativa”.
Per quanto riguarda i criteri di assegnazione le ultime modifiche riguardano l’introduzione del concetto di “alloggio sociale” e di “servizio abitativo”, passano al sistema Isee per verificare la capacità economica dei nuclei familiari, equiparano i cittadini italiani, dell’Unione europea ed extracomunitari nell’accesso ai benefici, come stabilito da una sentenza della Corte costituzionale ed infine le modifiche in materia di assegnazione e gestione degli alloggi a canone sociale, relativamente ai tempi e alle modalità di assegnazione, alla composizione delle Commissioni comunali, ai subentri, alla mobilità dell’utenza.
In particolare, in materia di edilizia a canone sociale, la legge stabilisce, a grandi linee i requisiti di accesso ai bandi pubblici per l’assegnazione ed i criteri per la formazione delle graduatorie e prevede che la relativa disciplina attuativa sia contenuta in un regolamento regionale, in base al quale poi i Comuni approvano i propri regolamenti, nei quali, tra l’altro, possono prevedere condizioni di disagio aggiuntive rispetto a quelle previste dalla Regione ed i relativi punteggi, fino ad un massimo di ulteriori 4 punti, per adeguare il bando alle esigenze del proprio territorio ed indicano il procedimento di formazione delle graduatorie, provvisorie e definitive ed i criteri e le procedure per la scelta dell’alloggio, la relativa consegna, l’eventuale rinuncia e i termini per l’occupazione.