Gli uomini del Comando Stazione forestale di Spoleto del Corpo forestale dello Stato al termine di una lunga operazione di polizia giudiziaria hanno proceduto al deferimento all’Autorità Giudiziaria di un commerciante di bestiame reatino responsabile del furto di vitelli ai danni di un allevatore della stessa zona e della loro successiva vendita ad un allevatore di Maiano di Spoleto.
L’allevatore reatino che aveva subito il furto, nello scorso mese di aprile, ne aveva fatto denuncia ai Carabinieri, dichiarando che gli animali rubati, due vitelli dell’età di due-tre mesi di vita, erano nati da fattrici di sua proprietà, nella sua stalla in località Poggio Bustone (RI).
I carabinieri del Comando Stazione di Rivodutri (RI) chiedevano la collaborazione alle indagini del Comando Stazione Forestale di Spoleto il cui personale nei primi giorni del mese di maggio rinveniva presso un allevamento bovino in località Maiano di Spoleto due vitelli di razza meticcia che il titolare riferiva aver regolarmente acquistato alla fine del mese di aprile da un commerciante di bestiame di Greccio (RI).
Acquisto regolare a suo dire poiché gli animali erano provvisti dei documenti di identificazione ed origine previsti. Del rinvenimento era stato informato l’allevatore autore della denuncia di furto che successivamente, accompagnato presso l’allevamento di Maiano di Spoleto, riconosceva convintamente come suoi i due vitelli, reclamandone la restituzione. In conseguenza il personale forestale sottoponeva a sequestro penale gli animali, affidandoli in custodia all’allevatore spoletino che li aveva acquistati.
Al fine di attestare l’effettiva identità, e proprietà, degli animali i Forestali hanno effettuato accertamenti in collaborazione con i Servizi Veterinari delle ASL di Rieti e Foligno-Spoleto e richiesto alla Procura competente l’autorizzazione ad effettuare l’esame comparativo del DNA tra i due vitelli e le presunte fattrici madri. A seguito di tali analisi l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e Marche di Perugia ha attestato la compatibilità tra il DNA dei vitelli oggetto del furto ed il DNA delle fattrici dichiarate in denuncia come madri, confermando quindi l’appartenenza dei due vitelli a colui che ne aveva denunciato il furto.
Il commerciante reatino, che aveva venduto i vitelli all’allevatore spoletino, è stato pertanto denunciato all’A.G. e dovrà rispondere sia del reato di furto di bestiame, il cosidetto “abigeato” previsto dagli artt. 624 e 625 del codice penale che prevede la reclusione fino a sei anni ed una multa, sia del reato di falso ideologico per aver falsificato la documentazione propedeutica alla vendita dei capi bovini, punito con la reclusione fino a due anni, e del reato di truffa, a seguito di querela, art. 640 C.P. punito con la reclusione fino a tre anni e una multa.