Per fare pipì alla Rocca bisogna fare le capriole o pagare 7.50€

strano_modo_di_fare_la_pipidi Antonello Briguori

Qualche giorno fa mi trovavo a passeggiare al giro della Rocca quando ho avuto, data la mia non tenera età, l’urgenza di trovare un bagno pubblico. Trovandomi proprio all’altezza dell’ingresso delle scale mobili, ho provato a cercarne uno in prossimità del loro arrivo. Niente da fare.

Allora ho preso l’ascensore che sale alla Rocca, ma anche qui nulla. Mi sono quindi rivolto al personale di sorveglianza che mi ha spiegato come l’ unico bagno pubblico si trovasse all’interno del museo. Sempre più in affanno, sono allora andato al botteghino del museo dove due gentilissime ragazze mi hanno fatto presente che per poter usufruire del bagno avrei dovuto fare il biglietto di ingresso.Cosa che sono stato costretto a fare, riuscendo finalmente a soddisfare la mia esigenza.

Questa non è stata però l’unica perla che ho avuto modo di trovare. L’orario di chiusura delle scale mobili (ore 19.00) e quello della biglietteria del museo (ore 18.30) danno la sensazione di una città che tratta il proprio capitale storico, artistico e paesaggistico da un punto di vista ragionieristico, preoccupandosi più dei costi di gestione che non delle potenzialità, anche economiche, che una politica di iniziativa e non di attesa potrebbe realizzare.

E’ dunque un caso se il turismo nella nostra città appaia marginale rispetto a quello di altri centri umbri, belli sì, ma non quanto Spoleto? Se la Rocca fosse aperta fino a notte inoltrata e se al suo interno venissero organizzate, a rotazione, iniziative di qualsiasi genere, la struttura ne sarebbe valorizzata a pieno e forse avremmo di fronte un turismo diverso da quello mordi e fuggi che purtroppo conosciamo.

Inoltre, ha senso chiedere il pagamento della sosta nel parcheggio a servizio della scala mobile, che sono, non a caso, praticamente deserti? Ha senso chiedere 7,50 euro per l’ingresso di un adulto al museo della Rocca? Se entrambi fossero gratuiti, vista la scarsa utenza, non ci sarebbero gravi ripercussioni sui rispettivi incassi.Sarebbero invece tangibili le ricadute positive: meno macchine, più persone e qualche posto di lavoro in più negli esercizi commerciali del centro storico.

Infine un indovinello: in che cosa differisce la foto della Spoletosfera che si trova lungo il tragitto che dalle scale mobili porta agli ascensori della Rocca, dalla Spoletosfera di oggi? Sono sicuro che l’architetto che l’ha progettata: Ricchard Buckminster Fuller, morto nel 1983, saprebbe rispondere, ma forse si pentirebbe di averla donata alla nostra città. Il non candidato alle prossime amministrative, Antonello Briguori

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