Una storia che ha dell’incredibile quella che vede come protagonista una donna che, per liberarsi dell’amante che aveva scoperto il suo “segreto”, arriva a pagare fino a 30mila euro qualcuno per mettere in atto “spedizioni punitive” nei confronti dell’uomo.
Il segreto per cui la donna è arrivata a tanto è presto detto: l’amante minacciava di riferire alla famiglia di lei il suo doppio lavoro: oltre a fare la gioielliera la signora, infatti, si prostituiva.
La storia comincia nel 2012 a Bastia, luogo in cui la donna aveva una gioielleria. Nonostante l’attività però, secondo l’accusa, la signora era solita “arrotondare” lo stipendio attraverso la prostituzione. Ed è proprio grazie a questo suo secondo lavoro che incontra quello che diventerà il suo amante (la donna, infatti, aveva già un fidanzato ufficiale, all’oscuro di tutto).
Qualcosa, però, va storto: l’amante infatti si innamora e arriva a minacciare la donna di raccontare al padre tutta la verità. E a questo punto la situazione degenera.
Eh sì, perché la donna non ci sta ad essere messa sotto ricatto e allora, con l’aiuto di un suo amico spoletino, decide di organizzare una spedizione punitiva: paga un uomo con 12mila euro per picchiare l’amante, con l’intenzione di farlo allontanare dall’Umbria. Ma l’amante non ne vuole sapere e allora la donna ci riprova: questa volta paga un altro con 18mila euro, sempre per picchiare l’uomo per raggiungere l’obiettivo di farlo desistere dalle sue intenzioni. Nel frattempo, la donna non smette -secondo l’accusa- di assecondare l’amante nelle sue fantasie erotiche.
Dopo la seconda spedizione però, le cose vanno peggio del previsto: non solo l’amante non mostra la minima intenzione di andarsene, ma denuncia tutti. Ora la gioielliera, tre amici picchiatori e il quarto uomo (lo spoletino) amico della donna, considerato il secondo mandante, sono finiti alla sbarra. Lo spoletino ha chiesto il rito abbreviato ed è stato condannato a due anni di reclusione.