Frittata PD: rissa in strada, niente candidato, attivisti sconcertati. Ecco cosa ci hanno scritto

confuso 2Quella che doveva essere la resa dei conti in seno al Pd e  che avrebbe dovuto dirci cosa ha in mente il popolo di Viale Trento e Trieste, si è invece risolta con un nulla di fatto, con l’aggravante di un partito ancora diviso e con le idee sempre più confuse.

Il tutto è finito con un nulla di fatto intorno alle 3 di notte, con alcuni pezzi grossi del partito  che si sono presi non proprio a complimenti in strada, guastando la tranquilla notte spoletina, tanto da far intervenire alcuni residenti infastiditi dal fracasso. Attraverso gli occhi di un attivista ecco il resoconto di questa drammatica giornata alla sede del Pd in Viale della Stazione.

La riunione che si è svolta ieri sera nella sede del Partito Democratico doveva dare una svolta decisiva per l’individuazione  del prossimo candidato sindaco del Pd. E’ inutile nascondersi, tutta la città, guarda con interesse  la scelta che farà il partito di maggioranza  e l’impressione è che le forze di opposizione, ad eccezione del  M5s  che ha già il suo candidato sindaco  e il suo programma, stiano aspettando la scelta definitiva del Pd.

Tutti erano pronti! Il nodo  primarie si/primarie no doveva essere sciolto nella serata di domenica e invece tutto è rimandato, probabilmente a mercoledi.

Il paradosso è che in questa fase abbiamo un pd a due velocità : a livello nazionale, piaccia o non piaccia, il partito sta facendo scelte (giuste o meno) con una velocità mai vista fino ad ora; a livello locale invece siamo immersi in una palude a cui ad oggi sembra difficile venirne fuori.

Fatta questa piccola panoramica, veniamo alla riunione di ieri sera.

Il dato positivo è che finalmente si è visto il sindaco uscente, Daniele Bendetti, in grande, grandissimo spolvero. Ha analizzato le grandi difficoltà che questa amministrazione ha affrontato, ma anche le azioni positive che però la città non ha recepito. Insomma, la comunicazione, la mancanza di contatto con i cittadini ha influenzato e non poco il parere negativo della città nei confronti del sindaco e della sua giunta. Peccato! Forse se il sindaco avesse tirato fuori prima questa determinazione  oggi ci saremmo trovati con un altro giudizio su questa amministrazione.

Da sottolineare la relazione del segretario Andrea Bartocci che ha riportato il parere dei circoli del pd, circoli che hanno decretato la necessità di primarie per la scelta del candidato sindaco. Sembra però che il segretario abbia fatto già la sua scelta e che sia in linea con i circoli e con la loro propensione alle primarie. La domanda è: quale ruolo ha giocato il segretario Bartocci in questa fase? Perché l’ultima segreteria è stata convocata ormai quasi 20 giorni fa portando la non condivisione della sua relazione con la propria segreteria(come sottolineato dall’intervento del segretario provinciale Rossi)? Perché il giorno dopo la segreteria ufficiale, il segretario è stato avvistato ad una cena accompagnato dai suoi fedelissimi e con in particolare un papabile candidato alle primarie? Insomma l’idea è che il segretario  non abbia volontariamente governato una fase particolarmente critica  del partito democratico!

La spaccatura all’interno del pd che non ha saputo (o voluto) governare il segretario si dimostra negli interventi che si sono susseguiti in seguito alla relazione di Bartocci e di Benedetti. Una spaccatura  definitiva sulla decisione primarie si / primarie no.

Chi è per le primarie sottolinea la necessità di avvicinare il partito alla cittadinanza attraverso un processo democratico per l’individuazione del candidato sindaco. Ragionamento evidentemente  giusto. Ma, questo partito è in grado di sostenerle( dubbio avanzato da Paolo Martellini)? I nomi che si susseguono nei vari giornali fanno presagire una “conta interna” pericolosa, una resa dei conti tra correnti che governano (ahimè! ) questo partito ( “di primarie si può morire” sentenzia Libori). Gli schieramenti sono fatti: l’ area ex margherita con a capo il sindaco uscente, gli ex ds con a capo Giancarlo Cintioli e Laura Zampa che si fregia di essere il candidato renziano ma che purtroppo non viene riconosciuta all’unanimità dal proprio gruppo come la giusta candidata. Le voci che si rincorrono all’interno dell’assemblea comunale sono da far tremare i polsi: i possibili candidati alle primarie che sembrano stringere alleanze in assemblea per far passare la scelta delle primarie e non far arrivare l’assemblea ai 3/5 che decreterebbero la scelta del candidato condiviso (Gauzzi?), gli stessi candidati che già sembrano muoversi per promettere poltrone per raccogliere il consenso qualora ci fossero primarie…

Dall’altra la posizione del cosidetto “candidato condiviso”, candidato che  dimostrerebbe un’unità del partito necessaria per rilanciare questo partito e che potrebbe far allargare il consenso oltre la coalizione tradizionale del centrosinistra che ad oggi conta solo il Partito Democratico insieme ai Socialisti(analisi avanzata da Marco Trippetti). Ma questo candidato da chi è stato individuato? Il segretario Bartocci nega qualsiasi contatto con persone esterne al partito, la Lezi smentisce le voci che la vogliono al centro di contrattazioni con l’imprenditore D’Attanasio, Rosanna Mazzoni idem. Insomma, la pecca del candidato condiviso ed esterno al partito sembra quello di essere calato dall’alto come  il “Salvatore della Patria”! Condizione che i più longevi dirigenti del partito, Giorgio Dionisi su tutti, respingono con forza! Ma la pecca maggiore è che chi ha individuato il fantomatico “candidato condiviso”  non ha avuto la freddezza, la  capacità di costruirgli intorno un percorso politico necessario per farlo riconoscere da tutti i componenti dell’assemblea  comunale come il candidato ideale. Da qui a mercoledi si riuscirà a fare ciò che non è stato fatto in 20 giorni?

Il quadro della situazione non sembra essere molto chiaro. Chi vincerà la sfida? Ormai questo pd sembra essere non più governato per il buon senso, per il bene comune per questa città, ma è ormai governato da personalismi. 

Sembra sempre di più che ad oggi c’è un contenitore (il Partito Democratico) senza contenuti,  o meglio, dirigenti che alimentano il dibattito e il confronto che non sono capaci di mettere da parte le convenienze personali ( assessorati, presidenza del consiglio comunale, presidenze di partecipate).

Queste sono le dinamiche che stanno alimentando un partito che però, ad onor del vero, negli anni ha sempre dimostrato che nei momenti più critici si è sempre preso la responsabilità delle proprie decisioni ed è riuscito a venirne fuori con uno scatto d’orgoglio  che gli altri partiti ancora devono dimostrare!  

A Mercoledi sera, la tanto sofferta , ma ormai necessaria decisione!!!