Ci hanno provato gli assessori regionali Fernanda Cecchini (agricoltura) e Fabrizio Bracco (turismo) a far siglare la tregua tra Gubbio e Spoleto sulla promozione del brand Umbria da 680 mila euro finanziati dalla Regione per 13 video da 3 minuti ciascuno messi in onda dalla Rai prima delle puntate di Don Matteo.
La notizia aveva sconvolto la comunità eugubina che attraverso i suoi esponenti politici, Andrea Smacchi e Orfeo Goracci, aveva tuonato contro la giunta regionale accusata di non aver mai sborsato un centesimo negli otto anni in cui la fiction è stata ospitata dalla città dei Ceri.
Cecchini e Bracco hanno difeso la decisione sostenendo che si tratta di soldi ben spesi e che i video da 3 minuti sono stati girati in 13 diversi territori, tra cui la stessa Gubbio.
Stesso discorso per i riferimenti alle eccellenze enogastronomiche dell’Umbria che gli attori pronunceranno in 50 scene di Don Matteo. Si va dal vino bianco di Orvieto alla fagiolina del Trasimeno, dal prosciutto di Norcia al Sagrantino. Nessun aiuto particolare a Spoleto.
Le precisazione hanno calmato un po’ gli animi nella città dei matti e ieri anche il consigliere regionale spoletino Giancarlo Cintioli ha voluto dire la sua: “Mi auguro che questa sterile guerra dei campanili finisca presto, del resto non si ricordano secessioni dei territori quando, alla guida di uno spoletino, la Regione Umbria scelse come proprio simbolo i Ceri di Gubbio”