Mons. Boccardo: "Alle tenebre più impenetrabili opponiamo il Verbo di Dio"

La Santa Messa di Natale al Duomo
La Santa Messa di Natale al Duomo

L’arcivescovo monsignor Renato Boccardo nella Santa Messa di Natale al Duomo ha parlato di tenebre.

Secondo il prelato ne esistono tre diversi tipi. 

“Quelle costituite dai singoli crimini che oscurano e abbruttiscono l’umanità: violenze, rapine, furti, tradimenti, disonestà, infedeltà; esse offuscano l’anima di chi commette questi reati e sono le tenebre dei nostri peccati personali”

Oppure “quelle che potremmo chiamare aberrazioni sociali, forme di disordine che guastano la società e la disgregano, la rendono malata e sofferente: crisi occupazionale, crisi economica, corruzione diffusa, crisi politica in cui si perdono il senso e le ragioni dello stare insieme, discordie, conflitti, guerre”.

Le peggiori per l’arcivescovo Boccardo sono “le tenebre costituite da una cultura, da una mentalità che, avendo perso il senso dei valori più alti, non trova più in sé neppure la forza per ri-orientarsi e per smascherare, per superare e contrastare le aberrazioni sociali. È la tenebra che riguarda i giudizi ultimi sulla vita e sulla morte, sul significato dell’esistenza umana, sul perché siamo sulla terra; è insomma la perdita della speranza di un futuro eterno, la tenebra più spessa e impenetrabile, di cui l’evangelista Giovanni dice: La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta”.

A queste tenebre il Vangelo di Natale oppone l’accoglienza al Verbo di Dio: “A quanti l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio”. La salvezza dalle tenebre viene dall’accoglienza del messaggio natalizio, dall’accoglienza del Salvatore che è nato per noi. “È da essa – ha detto ancora l’Arcivescovo – che siamo anzitutto illuminati e rinnovati nella percezione dei valori eterni, di quei beni perenni che fanno della vita umana un’esistenza degna, anzi un’esistenza da figli di Dio; sono i valori della fede e della speranza, i valori che ricostituiscono l’orizzonte di senso in cui collocare le vicende umane, anche le più disperanti e le più disgraziate, per avere la forza di uscirne con amore”.