Nel Settembre 2009 l’attenzione di due ricercatori dell’associazione Italus, Tommaso Dore e Francesco Voce, che stavano osservando su internet i Monti Martani tramite le immagini satellitari del programma Google Earth (coordinate: 42°45’31.77″N 12°34’46.96″E), fu catturata da una strana forma ad anello, talmente regolare da sembrare artificiale, che spiccava al margine di una zona boschiva.
Sembrava una radura contornata da alberi disposti secondo una forma perfettamente circolare. Estremamente incuriositi da quella scoperta i due ricercatori decisero di recarsi immediatamente sul posto per capirne di più.
I due ricercatori scoprirono con sorpresa che gli alberi visibili dalle immagini satellitari erano querce cresciute intorno ad un enorme cerchio di pietre di circa 90 metri di diametro. L’opera muraria è composta da massi di dimensioni variabili (tuttavia non da megaliti), giustapposti a secco, che formano un anello di circa 2,8 – 3,0 metri di spessore, per non più di un metro di sviluppo in altezza.
Il luogo in questione si trova nel comune di Massa Martana, lungo il crinale di un rilievo montuoso dal nome evocativo: “Monte il Cerchio”. Lo si può raggiungere comodamente in sia da Massa Martana che da Spoleto – dalla nostra città si arriva al rifugio di San Severo (che trovate sulla destra), si prosegue per circa un altro km in direzione Massa Martana e poi si percorre un breve tratto di sentiero a piedi a sinistra della strada principale (vedi mappa sotto).
Ma quale poteva essere la funzione di una simile costruzione perfettamente circolare?
Per quanto riguarda Monte il Cerchio, data la sua conformazione geometrica, l’ipotesi più probabile è che sia stato un luogo di culto e/o di osservazione astronomica. Da questa postazione, molto aperta sull’orizzonte ad oriente, era facile osservare la volta celeste e comunicare tramite segnali luminosi con gli altri villaggi o centri religiosi dei Monti Martani.
Un’altra ipotesi, inoltre, vede l’anello di pietra come la base su cui era conficcata una palizzata in legno, della quale però ovviamente non resta più alcuna traccia visibile.
Seguendo la datazione effettuata dalla Soprintendenza archeologica dell’Umbria, VIII-VI sec. a.C., l’insediamento risalirebbe all’epoca in cui si ebbe la contrazione del territorio sottoposto al dominio degli Umbri, a seguito dell’espansione degli Etruschi provenienti dalle coste del Tirreno.
Il luogo è “magico”, una vera e prorpia “Stonhenge” umbra, ma è completamente isolato e abbandonato a sé stesso.
Il sito attende da anni d’essere accuratamente rilevato e liberato dai rovi e dagli arbusti, allo scopo di poter rinvenire ulteriori elementi materiali che possano determinarne una volta per tutte la sua originaria destinazione d’uso.
Come purtroppo avviene in Italia, dove siamo totalmente sommersi di reperti storici, questo sito che andrebbe valorizzato (anche a livello turistico), viene invece lasciato a se stesso.
Sotto trovate la mappa che vi aiuterà ad arrivare a questo splendido luogo prendendo come riferimento il rifugio di San Severo. Andate a visitare questo posto, con l’augurio che le istituzioni si decidano prima o poi a fare qualcosa per la valorizzazione di questo posto.
Articolo correlato: Alla scoperta della “Stonehenge” dei monti Martani (VIDEO)
Fonte scritta e fotografica: http://italianelcerchio.blogspot.it/p/riscoperta-la-dimenticata-stonehenge.html
Si ringrazia l’Associazione Italus, Tommaso Dore e Francesco Voce.