Oltre 250 catechisti hanno partecipato, domenica 22 settembre a Roccaporena di Cascia, all’incontro diocesano loro riservato sul tema “Una generazione narra all’altra le tue opere, annuncia le tue imprese” (Sal 145, 4).
L’arcivescovo, mons. Renato Boccardo, è stato presente all’intera giornata ed è stato ben lieto di vedere tanti volti giovani tra i “suoi” catechisti. Obiettivo principale della convocazione è stato la presentazione del cammino comune di catechesi che tutte le parrocchie da quest’anno seguiranno: il metodo esperienziale dell’Azione Cattolica Ragazzi (ACR), scelto all’unanimità dai preti che lo scorso mese di giugno parteciparono all’assemblea del clero.
«Dopo vari esperimenti di catechesi fatti in questi anni – ha detto l’Arcivescovo – è giunto il momento di proporre un percorso comune in tutte le comunità parrocchiali». La metodologia dell’ACR, riconosciuta come mediazione ai Catechismi della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per l’iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, si propone quattro mete educative: al dono di sé, alla responsabilità, al rapporto personale con Cristo, a vivere la Chiesa. A queste si arriverà attraverso un percorso graduale, rendendo i ragazzi protagonisti, proponendo esperienze che tengano conto dei loro linguaggi e della loro realtà (cartoni animati, nuovi media ecc…), declinando le domande di vita e i brani biblici per ogni fascia d’età, cercando di parlare alla vita dei giovani, coinvolgendo i genitori.
In questo percorso i sacramenti (Prima confessione, Prima Comunione e Cresima) saranno delle tappe, uno “stop and go”. Ad illustrare tutte queste novità sono saliti a Roccaporena i ragazzi dell’equipe regionale dell’ACR, guidata da Giacomo Antonelli. Non si è trattato di una conferenza, ma di veri e propri laboratori esperienziali: i catechisti sono stati divisi in gruppi (per le varie fasce di età dei ragazzi che frequentano la catechesi) e si sono cimentati con questo nuovo metodo.
Hanno giocato, cantato, letto e declinato con i linguaggi dei più giovani i brani biblici e tanto altro. Insomma, hanno sperimentato ciò che saranno chiamati a fare con i bambini e i ragazzi. Il cambiamento nella catechesi, come è stato ricordato anche dal Vescovo, è significativo, ma i catechisti hanno mostrato disponibilità e si sono messi in gioco per apprendere i metodi ACR.
«Ci vuole pazienza, perseveranza e formazione continua», ha ricordato mons. Boccardo. «Voi catechisti – ha detto – dovete essere innamorati di Dio, ascoltatori attenti della sua Parola. Siete uomini e donne, ragazze e ragazzi che pregate. Siete figli della Chiesa e non prestatori d’opera alle parrocchie o alla Diocesi. Siete chiamati ad alimentare ogni giorno la vita cristiana. Anche perché un catechista che non lo facesse ha sbagliato servizio; un catechista che dice ai bambini di andare a Messa la domenica e poi lui/lei non va ha fallito la sua missione. Il catechista – ha proseguito il Presule – è un testimone che non ripete a memoria ciò che legge nei libri, ma racconta ciò che vive, consapevole che il protagonista non è lui/lei ma Dio. Voi siete solo degli umili strumenti nelle sue mani. Attraverso il metodo esperienziale dell’ACR ci auguriamo che i bambini e i ragazzi possano dire: che bello andare in parrocchia! Questa è la sfida, ci vuole tanto coraggio, ma se lo vogliamo sarà possibile».
Al termine della giornata mons. Boccardo, insieme ad alcuni parroci saliti a Roccaporena per condividere con i catechisti questo importante momento, ha presieduto la Messa, all’interno della quale ha conferito ai catechisti il mandato della Chiesa per esercitare questo delicato servizio educativo. La liturgia è stata animata nel canto dal coro dei ragazzi della Pastorale giovanile diocesana.
Nell’omelia l’Arcivescovo ha ricordato nuovamente ai catechisti il loro «essere collaboratori di Dio per la salvezza; a lui prestata la voce per far sì che i giovani seguano Dio. La Chiesa vi affida quello che ha di più prezioso: i cristiani di domani. Vi esorto, dunque, ad insegnare ciò che credete e a vivere ciò che insegnate».