Marini a ministro Cancellieri: "Per tribunali servono correttivi"

Catiuscia Marini
Catiuscia Marini

La presidente della Regione Umbria interviene sulla riforma delle circoscrizioni giudiziarie, invitando il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ad attuare alcuni correttivi, tra cui lo spostamento delle competenze sul Tuderte da Spoleto a Perugia e il mantenimento di un presidio a Orvieto.

Ecco l’intervento integrale:

 

“Di fronte all’assenza di confronto con le comunità locali, e dopo aver ripetutamente rappresentato le esigenze dell’Umbria, mi sono sentita in dovere di rinnovare al Ministro della Giustizia tali necessità, soprattutto a fronte della situazione di grave disorganizzazione che si sta producendo nella nostra regione nella gestione della giustizia.

La situazione che si sta presentando in questi giorni di attuazione della riforma per la riorganizzazione degli uffici giudiziari, che è stata approvata dal Governo nei mesi scorsi, sta mostrando tutti i limiti di una assenza di programmazione e di coinvolgimento anche delle comunità locali che avrebbero potuto continuare a dare un contributo positivo per garantire sia una maggiore efficienza dei servizi della giustizia, sia una razionalizzazione dei costi della stessa. Mi preme ricordare – continua la presidente – che le uniche riunioni svolte relative a questa materia sono quelle che abbiamo convocato un anno fa a livello regionale insieme ai Sindaci dei Comuni sedi di uffici giudiziari, tribunali e sezioni distaccate, e Parlamentari eletti in Umbria i quali, sia della precedente legislatura che dell’attuale, hanno dato sempre piena disponibilità a collaborare.

Tant’è che si sono fatti promotori di iniziative parlamentari per avanzare una serie di correttivi affinché la riforma non fosse solo approvata, ma attuata secondo criteri logici di organizzazione che tenessero conto delle infrastrutture di una regione e degli immobili effettivamente disponibili. “Il caos di questi giorni ed i disagi evidenti che si stanno procurando ai cittadini ed agli operatori mostrano l’esigenza concreta e urgente di attuare quei correttivi più volte suggeriti. La Regione Umbria ha condiviso le proposte che in sede parlamentare sono state avanzate su iniziativa di alcuni parlamentari umbri. Ed in particolare, abbiamo condiviso la mozione approvata ad agosto dal Parlamento che riassume questi aspetti e ne indica i correttivi.

Limitandoci alla specifica situazione dell’Umbria – afferma la presidente – si evidenzia che la chiusura di tutte le sezioni distaccata del Tribunale di Perugia e del relativo accorpamento su Perugia e Spoleto non è stato accompagnato da un’adeguata programmazione dell’uso degli immobili. Tale chiusura non ha neppure tenuto conto dei disagi di collegamento con le città accorpanti, fino al paradosso che queste città si devono porre il problema della ricerca di nuovi immobili e nuovi spazi da destinare ad archivi, uffici e servizi al pubblico, di cui solo in minima parte il Ministero della Giustizia si farà carico degli oneri, in quanto questi ricadranno interamente sugli enti locali.
Fino a raggiungere il paradosso che si chiuderanno immobili attualmente di proprietà pubblica e già destinati a tale uso, mentre se ne dovranno ricercare altri sul mercato privato con oneri per ora a carico esclusivo dei Comuni.

Inoltre – aggiunge – la soppressione del Tribunale di Orvieto sta producendo gravissimi disagi e per questo ritengo che questa decisione necessiti anch’essa di correttivi al fine del mantenimento comunque di un presidio di giustizia nella città, considerando che lì è presente un palazzo già interamente finanziato dallo stesso Ministero della Giustizia che potrebbe continuare a svolgere funzioni essenziali in materia di giustizia.

Per tutte queste ragioni, pur essendo la Regione una istituzione che non ha competenze in materia di giustizia, ma consapevoli da tempo dei disagi che una tale riorganizzazione avrebbe inevitabilmente determinato sia ai cittadini come agli operatori della giustizia, fin dall’inizio ci siamo fatti carico di rappresentare tutto ciò al Ministro competente, sottolineando altresì che un’attuazione della riforma in queste condizioni, oltre a caos e disagi, rischia di peggiorare i tempi della giustizia e di aggravare i costi del suo funzionamento.

Una iniziativa che ho rinnovato in queste ore per ribadire al Ministro queste nostre osservazioni e le difficoltà che si stanno presentando, auspicando che sia possibile assumere – anche con la normativa vigente – gli opportuni correttivi, consapevoli che la riorganizzazione degli uffici giudiziari rappresenta comunque una esigenza per il nostro Paese”.