DiscOne ha selezionato per voi… «Non al Denaro, non all'amore nè al cielo» di Fabrizio de Andrè

Nicola Piovani: «De André non è stato mai di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano».

Uscito nel 1971, si tratta del quinto album in studio e del secondo concept album, dopo La buona novella, del cantautore genovese. Il disco è tratto dall’Antologia di Spoon River, una serie di epitaffi che il poeta americano Edgar Lee Masters pubblicò sul Mirror di St. Louis tra il 1914 e il 1915. Queste poesie raccontano la vita nel paesino di Spoon River, e dei 244 personaggi (di ceti sociali e mestieri diversi) che ci abitavano. A ciascuno di essi corrisponde una poesia.

De André scelse 9 di queste 244 poesie e le trasformò in altrettante canzoni, scrivendo i testi insieme a Giuseppe Bentivoglio.

Il pezzo d’apertura del disco è La collina, un’introduzione ai successivi brani. Gli altri otto toccano principalmente due temi: l’invidia (Un matto, Un giudice, Un blasfemo, Un malato di cuore) e la scienza (Un medico, Un chimico, Un ottico). L’unico brano a dare speranza e controbilanciare quelli precedenti, sia come tema centrale che come messaggio, è Il suonatore Jones. Lo stesso De André affermò in un’intervista: “Ci sarà un personaggio, Jones il suonatore, che farà da contrappeso agli altri. Sarà lui a indicare la vera via alla felicità”.

Per quanto riguarda le musiche, i brani portano la firma di un giovane Nicola Piovani. Proprio gli arrangiamenti risultano essere fondamentali, i pezzi non avrebbero mai funzionato se fossero stati solo voce e chitarra. Allo stesso tempo però era difficile se non impossibile far funzionare le canzoni nei live, poiché molto complesse musicalmente. Soltanto Un giudice venne riproposta nella storica tournée del 1979, in cui De André era magistralmente accompagnato dalla PFM (Premiata Forneria Marconi).