Più di 50.000 fedeli hanno partecipato mercoledì 4 settembre scorso all’Udienza generale con Papa Francesco in Piazza S. Pietro. Tra di essi ce ne erano oltre 4000 provenienti dalla Chiesa di Spoleto-Norcia: insieme all’arcivescovo Renato Boccardo e ai parroci hanno partecipato al pellegrinaggio diocesano nell’Anno della Fede per incontrare Pietro nella persona del suo successore sulla cattedra della Chiesa di Roma e per pregare sulla tomba di S. Paolo, colui che illuminò le profondità del mistero.
La delegazione di Spoleto-Norcia era la più numerosa tra le altre Diocesi presenti all’Udienza: Ivrea, Alba, Lodi, Padova, Crema, Volterra, Massa Carrara-Pontremoli, San Miniato e Lucca. Papa Francesco è giunto in Piazza S. Pietro alle ore 10.00, accolto da un festoso boato dei fedeli. Con la “Papa mobile” ha attraversato tutti i settori della Piazza. Molte persone della diocesi di Spoleto-Norcia hanno visto Bergoglio da vicino, alcune sono riuscite addirittura a stringergli la mano. C’erano anche alcuni disabili della Casa Famiglia S. Antonio O.A.M.I. di Baiano di Spoleto, altri disabili con i propri familiari e alcuni malati accompagnati dalla Sottosezione UNITALSI di Spoleto.
Il Papa nel suo discorso è tornato a parlare della Giornata Mondiale della Gioventù celebrata oltre un mese fa in Brasile e «dove i pellegrini – ha detto – sono stati accolti con grande fraternità». L’accoglienza, la festa e la missione sono state le parole su cui si è soffermato il Vescovo di Roma: «Il pellegrinaggio comporta sempre dei disagi, ma l’accoglienza aiuta a superarli e, anzi, li trasforma in occasioni di conoscenza e di amicizia. Anche così cresce la Chiesa in tutto il mondo, come una rete di vere amicizie in Gesù Cristo, una rete che mentre ti prende ti libera…La Giornata Mondiale della Gioventù – ha proseguito il Papa – è sempre una festa, è un segno per tutti, non solo per i credenti. Ma la festa più grande è quella della fede, quando insieme si loda il Signore, si canta, si ascolta la Parola di Dio, si rimane in silenzio di adorazione: questa è la festa grande, la festa della fede e della fraternità, che inizia in questo mondo e non avrà fine. Ma questo è possibile solo con il Signore! Senza l’amore di Dio non c’è vera festa per l’uomo!…Accoglienza, festa. Ma non può mancare un terzo elemento: missione». E qui papa Bergoglio ha chiesto con forza ai presenti, in particolare ai giovani: «Volete essere una speranza per Dio? Volete essere una speranza, voi? Volete essere una speranza per la Chiesa? Un cuore giovane, che accoglie l’amore di Cristo, si trasforma in speranza per gli altri, è una forza immensa! Ma voi, ragazzi e ragazze, tutti i giovani, voi dovete trasformarci e trasformarvi in speranza! Aprire le porte verso un mondo nuovo di speranza. Questo è il vostro compito».
Dopo la benedizione, il Papa ha salutato i Vescovi, tra cui mons. Renato Boccardo. Al termine, l’Arcivescovo gli ha presentato i seminaristi ed alcuni giovani della Diocesi e lo ha accompagnato nei pressi dell’ulivo giunto da Spoleto, che verrà messo a dimora nell’Hospice “La torre sul Colle”, santuario della sofferenza della città. Il Presule ha illustrato al Papa le finalità della struttura. Il 268° successore di Pietro ha assicurato all’Arcivescovo la vicinanza con la preghiera per quanti si trovano in degenza all’Hospice, per i loro familiari e per quanti li assistono e, volentieri, ha benedetto l’ulivo (per la cronaca, la foto di questo momento è stata pubblicata sull’Osservatore Romano del 5 settembre, a pagina 7). «Al Papa abbiamo anche donato – afferma mons. Boccardo – una buona quantità di olio, espressione del lavoro della nostra gente umbra, perché ne faccia dono ai poveri». Al Vescovo di Roma, infine, è stato anche consegnato il foulard che contraddistingueva i pellegrini di Spoleto-Norcia.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo, nella Basilica di S. Paolo fuori le Mura c’è stata una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata dai sacerdoti presenti a conclusione del pellegrinaggio. La liturgia è stata animata nel canto da alcuni cori delle parrocchie della Diocesi che per l’occasione, e come per altro già successo in altre celebrazioni diocesane, si sono riuniti. Alcune persone presenti alla Messa che vivono nei pressi della Basilica di S. Paolo e che non sapevano della presenza del pellegrinaggio della diocesi di Spoleto-Norcia hanno ringraziato per il clima di preghiera e di raccoglimento che c’era in chiesa nonostante gli oltre 4000 fedeli che l’hanno riempita nella grande navata centrale e in due laterali. Nell’omelia l’Arcivescovo ha ricordato come nelle figure di S. Pietro e S. Paolo ciò che di tutto più colpisce è il profondo cambiamento che la grazia di Dio ha prodotto nella loro esistenza. «La loro storia – ha detto – ci fa chiaramente capire che, con la docilità alla forza dello Spirito, chiunque può cambiare radicalmente e cominciare una vita nuova. Per questo siamo voluti venire pellegrini presso le Basiliche che custodiscono la loro memoria. Perché il contatto con uomini toccati e trasformati dalla grazia di Dio procura come beneficio immediato un miglioramento. Ancora prima che ci insegnino qualcosa, la loro esemplarità è già un dono. Essi ci danno il tono giusto, ci abituano all’aria delle vette; noi ci muoviamo nella bassa, essi di colpo ci fanno salire nella loro atmosfera. Il fatto che noi li ammiriamo e desideriamo imitarli ci fa pensare che, dopo tutto, siamo della stessa razza. Ricordare due testimoni della fede come Pietro e Paolo può nutrire efficacemente le nostre aspirazioni alla piena verità e al sommo bene». Al termine della Messa, mons. Boccardo ha ringraziato calorosamente i pellegrini presenti (che hanno contraccambiato con un lungo applauso all’indirizzo del Presule) e quanti hanno lavorato per la riuscita di questo pellegrinaggio (i parroci e le rispettive comunità, gli Uffici della Curia Arcivescovile coordinati dall’Economo diocesano, il commendator Filippo Pupella). Tra le 19.30 e le 21.00 tutti e 65 i pullman hanno fatto rientro nelle varie zone della Diocesi.