Delle considerazioni di un nostro lettore alla luce della notizia dell’ennesimo supermercato a Spoleto (più quella della costruzione del centro commerciale di Fabbreria): https://www.spoleto7giorni.it/?p=44967 – https://www.spoleto7giorni.it/in-arrivo-il-querceto-la-nuova-area-commerciale-spoletina/ che vogliamo condividere con voi. Dicci cosa ne pensi.
Mentre una parte della popolazione spoletina rimane indifferente, non si informa, non si interroga, o addirittura esulta di fronte alla notizia dell’apertura di altri supermercati a Spoleto, ce n’è una che invece è preoccupata, che si informa e che si fa domande… e si indigna.
E’ quella parte di popolazione che non capisce come mai a Spoleto ci siano quasi più supermercati che abitanti. E’ quella parte di popolazione che sa che tutti i soldi spesi lì, eccetto quella minima percentuale usata per pagare (miseramente) i dipendenti, non rimangono a Spoleto, ma sono soldi che vanno altrove – dove non si sa… O meglio si immagina, ma non si dice….
Spoleto si è impoverita per varie ragioni, e una di quelle è anche questa: i soldi non rimangono a Spoleto perché, “grazie” a tutti questi supermercati, delle più svariate catene, i nostri denari prendono subito il largo dalla nostra città e quindi dalle nostre tasche – che si svuotano per ben due volte: una al momento dell’acquisto, e due quando quei soldi non circolano nel circuito commerciale spoletino con tutto ciò che ne consegue per chi a Spoleto ci lavora.
C’è chi esulta di fronte alla notizia di nuove aperture di questi megasupermercati, forse perché pensa, ingenuamente, che siano fonte di lavoro. Sì, può darsi, se per lavoro ormai consideriamo quello che siamo costretti a fare perché “è un brutto momento”, “bisogna accontentarsi” “non possiamo stare sempre a lamentarci”, “ce lo chiede l’Europa” e bla bla bla. Lavoro fatto di contratti assurdi, che hanno a che vedere poco con la dignità umana. Eppure non solo accettiamo passivamente, ma addirittura esultiamo e ci dobbiamo ritenere fortunati se ne abbiamo uno.
E parlando di lavoro, il lavoro c’è anche chi lo perde, vedi tutti i piccoli alimentari spoletini che sono stati costretti a chiudere per colpa di questi colossi che hanno cambiato tutto: il rapporto umano tra cliente e commerciante, ma soprattutto la qualità. Fino a qualche tempo fa, col negoziante sotto casa, oltre ad avere un rapporto di fiducia, riuscivi a sapere più o meno da dove arrivavano le cose che mangiavi e te le garantiva lui. Ora invece? Mangiamo prosciutti, ad esempio, fatti con maiali allevati in Romania, macellati in Lituania e, se va bene, stagionati in Italia e spacciati per umbri.
E poi ci sono quei commercianti che – sicuramente facendo una scelta discutibile – si tolgono la vita perché resistono, resistono e resistono e poi non ce la fanno più ad andare avanti perché strozzati dalle tasse, svantaggiati da scelte amministrative sbagliate (vedi, ad esempio, il costo e orari dei parcheggi) e da una clientela che preferisce – e che è incentivata – sempre più a trascorrere il tempo libero dentro un capannone fresco d’estate e caldo d’inverno, piuttosto che nel centro storico, spendendo, dentro quel capannone, soldi che mai più ritorneranno nel territorio.
Poi senti sempre dire in giro quella voce che dice che “tutti questi supermercati sono solo lavatrici di soldi” e per “lavatrici” si intende un qualcosa costruito ad hoc non tanto per fare affari (nel senso buono del termine almeno), ma semplicemente per riciclare denaro sporco. Tu non vuoi crederci, ma sai che dopo il terremoto del ’97 la mafia (specialmente la ‘ndrangheta) in Umbria ha attecchito, e pure bene, e Spoleto non ne è stata immune da questa “invasione”, e allora qualche dubbio inizia a venire anche a te. E allora inizi a pensare che forse un qualcosa di logico nella illogicità dei troppi supermercati a Spoleto c’è, ma quando realizzi ciò, è già troppo tardi, tu sei solo contro grandi poteri che hanno sempre il benestare di una amministrazione fantasma e/o complice (non si sa cosa sia più grave), e nel frattempo nel campo dietro casa tua hanno già transennato tutto: dice che ci faranno un supermercato. E ti devi sentire sollevato: poteva essere un inceneritore!
PS: Eggi sarà sommersa da cemento e asfalto, in pratica quel gioiellino di paese si potrà ammirare solo tramite l’elicottero (un po’ come è successo alla Torre dell’Olio… ). Non male per una città che su queste bellezze dovrebbe basarci la sua economia a livello turistico invece che soffocarle con opere inutili, dove a guadagnarci sono solo e soltanto i soliti pochi che finanziano i soliti noti in un circolo vizioso che comprende un sacco di cose, fuorché l’interesse pubblico.A San Nicolò invece abbiamo il paradosso dell’assurdo: un centro commerciale di fianco un centro commerciale, che di due non ne faranno ancora uno.