I due tentati suicidi riaccendono il dialogo e accentuano il problema del solito immobilismo spoletino. dal palazzo nessun segnale e allora noi cerchiamo di riaccendere i riflettori. Tra i commenti iniziamo con il consigliere regionale Franco Zaffini
Solitudine, indifferenza, disagio giovanile, disagio sociale e econiomico tutti problemi reali quanto urgenti da affrontare e magari via via risolvere ma a questi va aggiunto il problema della messa in sicurezza di un monumento in quanto obbligo per ogni amministratore di garantire la sicurezza degli amministrati. non distinguere i due livelli del problema (una cosa è la messa in sicurezza con orari per la visita e chiusure programmate come per ogni altro monumento al mondo altro è risolvere nel breve volgere di qualche giorno problemi esistenziali giganteschi) denota confusione mentale e ignoranza: la messa in sicurezza del ponte è un obbligo non più rinviabile per Spoleto e per il suo Sindaco! Sul come fare ci si può confrontare sul quando no! Franco Zaffini
Di segno opposto i commenti che seguono, nei quali l’accento si sposta sul piano umano e non puramente tecnico, cioè quello che basterebbe chiudere la struttura.
Continuiamo a perdedre tempo, continuiamo a non capire che l’emergenza sociale è forte . Non è il Ponte che uccide, mettiamocelo bene in testa, uccide la solitudine , uccide l’indifferenza di una società ripiegata su se stessa che corre verso obiettivi che nemmeno conosce, ma corre, corre per sfuggire da se stessa. Il successo a tutti i costi è diventato qualcosa che promuove o boccia le persone , i genitori lo inseguono per avere un peso sociale, i ragazzi lo vivono come l’unica spiaggia per far capire che esistono, perchè altrimenti sono un niente in un ignranaggio spietato e inarrestabile. In Tutto questo il Ponte sta lì da secoli ma ora vuol dire un modo semplice e sbrigativo per un gesto estremo, per far capire che esistiamo, per assurdo, negando l’esistenza. O capiamo questo , ne discutiamo, ci adoperiamo perchè nelle scuole insieme a tente materie che dovrebbero portare i ragazzi ad un sicuro successo sociale, ci sia posto anche per esperti che gli fanno conoscere se stessi, o potremo chiudere ponti, autostrade, torri, ma continueremo a non risolvere il problema. Scusate lo sfogo. (Mario)
Caro Mario, sono perfettamente d’accordo con te: perchè demonizzare il NOSTRO PONTE ? Forse per non pensare che la colpa è nostra……abbiamo ucciso i sogni dei nostri figli…..noi sognavamo di diventare operai, impiegati, insegnanti, avvocati….. Adesso che cosa possiamo offrire loro, in questa città agonizzante??? Un ponte per suicidarsi!!!!!! Per favore, diamo, di nuovo, le speranze ai nostri adorati figli!!!!!!(Ludovica)