Metti il fascino di un’abbazia medievale, la sobrietà del marmo e i suoni scarni di pochi strumenti, mischia il tutto con la struggente sacralità della Passione di Cristo ed ecco che nascono le Laude Eterne. Questa è la miscela che proporrà la Società dei Musici, che dismessi i panni degli allegri canti della tradizione spoletina, si cimenta in un repertorio sacro e solenne , tipico del periodo pasquale. Ancora una volta la profonda e puntuale ricerca del gruppo musicale spoletino si tuffa nella tradizione locale in cui la Pasqua diventa occasione di una catarsi collettiva sul mistero, la passione, la morte e la resurrezione di Cristo.
Nelle contrade rurali di non pochi decenni fa, durante il periodo della Quaresima, cantori popolari accompagnati da pochi strumenti musicali si spostavano nelle strade e nei pressi di case isolate per intonare il canto della Passione
Si assisteva quasi come a un rito religioso: in una società permeata profondamente dall’esperienza cristiana l’argomento era dettato dalla scadenza liturgica che culminava con la morte di Gesù, e attorno al gruppetto di musicanti si raccoglievano in cerchio donne, bambini, uomini, e tutti in silenzio ascoltavano le parole in canto che narravano gli accadimenti drammatici della flagellazione, del viaggio al Calvario, della crocifissione, della morte di Gesù e rievocavano il dolore straziante della Madonna.
Un’occasione imperdibile per ascoltare il gruppo spoletino che presenterà il repertorio tratto da Cd intitolato proprio le Laude Eterne nella suggestione dell’Abbazia di San Felice, poco dopo Sant’ Anatolia, questa sera alle 21,00