Il Comitato Cittadino “Valli della Somma” non molla e scende in campo contro la decisione unilaterale di Poste italiane di sopprimere l’ufficio postale di Struttura
Il Presidente del Comitato , Rosario Murro scrive alle istituzioni (dal Prefetto di Perugia al Ministro dello Sviluppo Economico, al governatore umbro , al presidente di Provincia, al Sindaco di Spoleto , all’Anci Umbria, all’Anpci Umbria, alla segreteria regionale Agcom, al Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Perugia e all’amministrazione di Poste Italiane Spa), per rappresentare gli interessi della comunità locale .
Nella lettera esposto si puntualizza che Poste Italiane “con atto unilaterale ha deciso di sopprimere l’ufficio postale di Struttura “: “Tale chiusura – si legge – sta provocando un danno inqualificabile a tutta la cittadinanza, con riduzione dei servizi al cittadino e conseguente incidenza negativa sulla qualità della vita della popolazione residente, specie in capo alle fasce più deboli. In particolare, anziani e diversamente abili, sono fortemente penalizzati anche dalla mancanza di collegamenti con l’ufficio postale più vicino sito in Spoleto”.
“La scellerata decisione – si chiarisce – di chiudere un ufficio postale che da molti anni rappresenta(va) un punto di riferimento non solo economico ma anche sociale, sembra dettata non da una effettiva esigenza di eliminare gli sprechi e di razionalizzare i costi, bensì da una spregiudicata logica mercantile e di mero calcolo economico che ha come conseguenza la soppressione di un diritto del cittadino-consumatore.
“Il disagio arrecato dalla chiusura dell’ufficio postale – si evidenzia – sta alimentando una protesta spontanea che si è concretizzata con la raccolta di firme attestanti lo stato di disagio e di malessere in capo alla popolazione, che con il procrastinarsi della situazione potrebbe intraprendere eclatanti forme di protesta difficilmente controllabili”.
Per questo, si chiede al Prefetto di Perugia, la convocazione di un tavolo di trattative con Poste Italiane Spa, coinvolgendo gli enti interessati al fine di individuare con estrema urgenza una linea comune di azione e “una soluzione che contemperi i contrapposti interessi”. In ultimo, si chiede di valutare se la chiusura dell’ufficio postale di Struttura possa integrare un comportamento “penalmente rilevante in ordine all’interruzione di un pubblico servizio e/o di pubblica necessità”. In caso affermativo gli enti legittimati si riservano di costituirsi parte civile nell’instaurando procedimento penale.