Sanremo: Giletti saluta il Vescovo Boccardo, Chiambretti ricorda Tommy Nardone

La nostra quinta volta a Sanremo è cominciata. Dopo  quasi 6 ore di viaggio e una lauta cena a base di pesce ci dirigiamo al Teatro Ariston. Fuori dalla porta retrostante l’ingresso  i soliti capannelli di fans , non si sa bene di chi.

.Chiatti Esce Laura CHiatti, macchina oscurata e neanche si fila la gente che gli lancia dietro anche qualche complimento pesante.

Albano Poi sale l’attesa per Albano. Lui esce , vede la gente che lo invoca e invece di salire in auto, si fa il bagno di folla , ricevendo applausi, foto, qualche lacrima e tanti complimenti, poi sale in auto con i vetri chiari e lascia l’Ariston tra urla di gioia.

Giletti e Chiambretti.Risaliamo verso l’entrata principale del Teatro e ci imbattiamo in un gruppetto di persone e riconosciamo Piero Chiambretti con un cappotto beige e Massimo Giletti con giaccone blu e cappello calzato fino agli occhi . Ci avviciniamo con telecamera e microfono, ma loro ci fanno cenno di essere stanchi e di non aver voglia di parlare , ma scatta la parola magica : Un saluto per Spoleto … e allora tutto cambia. Giletti : “No fermi allora se è per Spoleto si …è fantastica , c’è il mio amico Arcivescovo, Renato, Renato Boccardo, salutatemelo, poi rivolgendosi proprio alla telecamera lo saluta direttamente : Ciao Riccardo, a presto!” Piero invece ci guarda e gli chiediamo se ricorda Spoleto e lui ci fa : “Come faccio a dimenticarla, c’era Tommy, Tommy Nardone”  e un velo di commozione tradisce la sua voce . Li salutiamo sconcertati di quanto la nostra città sia amata , e forse di quanto poco noi la amiamo e ne capiamo le potenzialità e la grandezza.

Fazio .Il festival è finito, gli orchestrali con i loro pesanti strumenti , guadagnano alla spicciolata gli alberghi, ma noi siamo ancora lì, davanti alla terza uscita dell’Ariston, da dove sta per uscire Fabio Fazio. Poco dopo eccolo, sorridente e sereno come al solito, attorniato dal cronista della “vita in diretta” e da Marcello che gli strappa un pensiero per la nostra città .

Come prima sera niente male, un bar ancora aperto ci ospita per un latte caldo e una pastarella, alle 2,00  possiamo infilarci anche noi nel nostro albergo. Come prima sera niente male, a domani.