Banca commissariata . Purtroppo quello che in città già da stamattina si temeva è avvenuto. La Banca Popolare di Spoleto è stata commissariata, con una decisione presa in mattinata da Bankitalia, per i risultati negativi dell’ispezione effettuata in estate . Il titolo in borsa è stato subito sospeso, salvo essere poi riammesso intorno alle 15,00 di oggi pomeriggio, con una perdita stimata intorno al 7% .Il ministero dell’Economia ha disposto, su proposta della Banca d’Italia, lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione, pur mantenendo attive tutte le funzioni dell’istituto che e’ stato posto in amministrazione straordinaria. I commissari sono Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro, Nicola Stabile,mentre i componenti del comitato di sorveglianza rispondono ai nomi di Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana Scognamiglio.
In Città. Già da questa mattina circolavano voci preoccupate dei risparmiatori , che , forse condizionati anche dalla vicenda Monte dei Paschi, banca tra l’altro strettamente collegata a Bps, si sentivano poco sicuri delle sorti dell’istituto spoletino. Gli ultimi sviluppi danno purtroppo nuova linfa ai timori che potrebbero anche risolversi in un fuggi fuggi generale dei risparmi spoletini. Un trend che era già stato innescato dalla nuova onda del Dg Tuccari, milanese d’adozione, che poco gradiva la provincializzazione di una banca degli umbri e che gli spoletini sentivano propria.
Il Sindaco: anche Daniele Benedetti ha manifestato viva preoccupazione per le sorti dell’istituto di credito spoletino, e chiede chiarezza per gli scenari che il commissariamento potrebbe aprire. Una banca fondamentale per il tessuto economico cittadino , che in momenti di crisi come questo, rischia di sferrare un colpo mortale qualora non fosse più in grado di essere un punto di riferimento per le aziende e i risparmiatori locali.
Nazareno D’Atanasio. Alla luce di quanto accaduto oggi, assumono un particolare valore anche le improvvise dimissione presentate dall’ultimo presidente spoletino della banca, Nazareno D’Atanasio. In più di un osservatore aveva evidenziato la stranezza di questo gesto, trattandosi di un’azione che di fatto accelerava il naturale svolgerisi della fine del mandato prevista per aprile. Come mai tanta fretta? C’era bisogno di uno estremo tentativo di affidare la banca a qualche nome che offrisse garanzie a Bnakitalia come Brandini o si è trattato di un gesto di astuta preveggenza della serie” meglio abbandonare la neve prima che vada a Fondo? ”
Monte dei Paschi. Intanto sembrano quasi passate in secondo piano le vicende legate alle azioni detenute dal Monte dei Paschi di Siena. Il frettoloso Cda della controllante Credito e Servizi di sabato scorso che aveva dato mandato al presidente Antonini di studiare una strategia per allungare i tempi di restituzione del prestito contratto 10 anni fa con Mps, aveva insospettito qualche osservatore, prontamente tranquillizzato dal patron Antonini che anche in tempi più burrascosi ha sempre mostrato un certo ottimismo.
Mps aveva rifiutato, pur lasciando qualche margine alla Scs , l’offerta della cooperativa umbra che, si sarebbe adoperata alla restituzione dei 30 milioni prestati da Siena 10 anni fa, proponendo però di rilevare il pacchetto azionario con «un significativo sconto». Il 26% di Bps in mano a Mps vale 73 milioni, ma Siena in bilancio lo avrebbe accreditato per 50 milioni, cifra risultata di gran lunga inferiore nella proposta formulata da Scs e rifiutata da Mps. Tutto è quindi ancora in ballo , anche se sembra che il temporeggiare di Siena sia stato dettato anche dall’attesa della decisione di commissariamento presa oggi .
Siamo in attesa di aggiornamenti dopo il Cda straordinario indetto alle 16,00 da Scs