Allarme rosso: L'obesità accorcia "il pisello" ( statisticamente perso un centimetro in 60 anni)

Brutte notizie per il genere femminile.

Secondo uno studio che riportiamo di seguito, il maschio moderno ha subito una decurtazione delle misure del suo “strumento” di quasi un centimetro in più o meno 60 anni. Un altro effetto negativo della crisi?

Un dato sicuramente allarmante, se si considera poi gli studi paralleli  sull’abbassamento della frequenza dei rapporti e altre magagne  legate allo stress e alla vita moderna .

Preoccuparsi ??  Non lo so , fate voi, le misure si sa possono essere  molto relative , almeno così sperano i meno forniti, ma certo che di questo passo , perdendo un centimetro ogni 60 anni , in capo a meno di un  millennio, si arriverebbe quasi all’azzeramento totale ! Sembra che tra le cause di tale progressiva detrazione possa esserci anche l’obesità!  Tutti a dieta quindi, meglio a dieta di cibo che di ……

Non ci resta quindi che cercare di far funzionare al meglio quello che rimane , pensando che una volta tanto, il futuro , non sarà così appetibile, come il passato. A voi lo studio in questione :

Poco meno di un centimetro in 60 anni. Preso così, fuori dal contesto, un ridimensionamento potrebbe sembrare insignificante o poco più. Ma se si tratta del pene, il dato diventa motivo di allarme in piena regola. Sì, perché l’organo sessuale maschile si è accorciato di 0,8 centimetri nelle ultime sei decadi, perdendo circa il 10% come dimensioni.

 

Quasi un centimetro in meno
Il dato arriva da una ricerca realizzata dagli esperti del Dipartimento per la Patologia della riproduzione umana dell’Università di Padova, coordinati dal professor Carlo Foresta. Dopo aver sottoposto ad analisi e misurazioni varie un campione di 2.019 ragazzi con un’età media di 18,9 anni, i ricercatori sono giunti alla conclusione che dal 1948 a oggi la lunghezza del pene misurata a riposo si è ridotta da 9,7 cm a 8,9 cm (-10%).

 

Le cause
Dietro questo cambiamento, motivazioni diverse. Le strutture corporee, spiega il professor Foresta, mutano a causa dei cambiamenti climatici e alimentari: questi influiscono sul sistema endocrino e, di conseguenza, sulla produzione di ormoni.

Tuttavia, prosegue Foresta, “un pene con qualche millimetro in meno non è un fatto preoccupante di per sé: il nostro non è un allarme sulla capacità sessuale dei giovani oggi.

Quello che preoccupa è la proiezione nel tempo di questo fenomeno, che annuncia una tendenza all’androginia”.

 

Il ruolo dell’obesità
Non basta: un ruolo determinante è svolto anche dall’obesità: “Nella casistica analizzata”, spiega Foresta, “il 18% dei giovani era sovrappeso oppure obeso e il grado di obesità si collega con le variazioni delle strutture scheletriche. L’obesità infatti influenza negativamente la produzione di ormoni durante l’età dello sviluppo. Per questo la lunghezza del pene è inversamente proporzionale all’obesità”.

(fonte starbene.libero.it)