‘La Banca popolare di Spoleto non e’ in vendita”: a dirlo e’ Giovannino Antonini, presidente della Spoleto credito e servizi che controlla al 51 per cento la Banca popolare di Spoleto. Lo fa commentando con l’ANSA l’operazione per la possibile acquisizione del pacchetto di controllo dell’istituto di credito allo studio di una cordata di investitori.
”Gli azionisti – ha sottolineato Antonini – vogliono rafforzare la Bps e stiamo facendo tutte le operazioni che servono”.
Ma , sempre l’Ansa , diffonde questa nota :
Una cordata di investitori, in prevalenza umbri, ha “allo studio” l’acquisizione del 51% circa della Popolare di Spoleto in mano alla cooperativa Spoleto Crediti e Servizi (Scs). La proposta, si legge in una nota, prevede l’acquisto del pacchetto a 2,1 euro ad azione e il successivo lancio di un’opa allo stesso prezzo
A questa nota , dopo la risposta di Antonini, arriva un comunicato ufficiale di Credito e Servizi che riportiamo :
In relazione alle notizie apparse sulla stampa nella giornata odierna, che hanno anche determinato la sospensione del titolo Bps dalla quotazione in quanto direttamente influenti sul prezzo del titolo stesso, la Spoleto Credito e Servizi intende confermare che non è interesse della società aderire alla proposta formulata tramite l’avvocato Carbonetti per conto della cosiddetta cordata di “imprenditori umbri”, che, peraltro era già stata esaminata dal CdA di questa società nella seduta del 20 Dicembre 2012, e respinta all’unanimità.
La proposta era già stata ritenuta inadeguata nei confronti dei soci della Spoleto Credito e Servizi poiché non remunerativa e dannosa per gli interessi del territorio, in quanto non assicura una continuità funzionale della Banca che oggi si caratterizza per un azionariato diffuso e domani, invece, si caratterizzerebbe concentrato nelle mani di pochi, come emerge dalla proposta dell’avvocato Carbonetti.
Infatti la eventuale frammentazione del 51% del pacchetto azionario della Bps, attualmente detenuto dalla Scs e, quindi indirettamente nelle mani dei suoi 20.000 soci, consentirebbe qualsiasi ulteriore e successivo passaggio di mano, che porterebbe Spoleto e l’Umbria a perdere la Banca, come già accaduto per altre realtà bancarie umbre.
La cessione della maggioranza della Bps, tra l’altro, risulta in forte contrasto con quanto previsto dall’art. 2 dello Statuto sociale che non lo consente, se non nella sua fase di liquidazione, fatto questo che non sarebbe mai condiviso dai 20.000 soci della Scs.
Vero è altresì che sono pervenute molteplici manifestazioni di interesse per l’acquisizione del solo pacchetto azionario in mani Bmps, con trattative ancora in corso; è altrettanto vero che la Scs sta attendendo la revoca della sospensione della delibera dell’aumento di capitale cui ha aderito anche la Bmps, da parte della Banca d’Italia.
Incomprensibile è infine, come si possa lanciare un’Opa come quella annunciata da alcuni organi di stampa, – e qualificata come amica e che, invece, non può che considerarsi ostile – considerato che i soci della Scs che possiede il 51% del capitale della Bps, non hanno mai manifestato alcuna intenzione di alienare la maggioranza del pacchetto azionario, come già peraltro ufficialmente comunicato al mercato ed agli Organi di controllo.
Inoltre si sottolinea il lavoro del nostro advisor che sta trattando proficuamente con la Bmps, per concordare l’acquisizione della partecipazione da parte della Spoleto Credito e Servizi.
In definitiva si ribadisce con forza la volontà del Consiglio di Amministrazione della Scs e dei suoi 20.000 soci di mantenere inalterato il possesso del 51% delle azioni della Bps, a difesa della sua territorialità e dell’economia regionale.
La Spoleto Credito e Servizi si riserva di far rilevare agli organi competenti ogni violazione della normativa vigente a tutela delle società quotate, da chiunque provenga.
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE