Una 33enne di origine albanese ha subito per 6 lunghi anni insulti e violenze dietro le mura di casa, senza mai denunciare né andare al Pronto Soccorso per paura di una ritorsione da parte del compagno, uno spoletino di 38 anni.
Ogni cosa – secondo l’accusa- scatenava l’ira dell’uomo: dalle faccende domestiche (secondo lui) fatte male alla gelosia. Ira che si sarebbe trasformata in pesanti insulti come «Sei solo un’albanese» e tante botte; in un’occasione le sarebbero stati strappati via persino alcuni capelli.
Poi la gravidanza e la speranza di un pò di serenità che però svanisce presto. Nel 2005 infatti la donna rimane incinta ma all’ottavo mese di gravidanza ecco che il compagno l’avrebbe colpita ancora. Anche con la nascita della piccola il quadro non sarebbe cambiato: ad ogni pianto della neonata il padre avrebbe detto frasi del tipo: «Stai zitta o ti sbatto al muro. Io ti ho fatto e io ti ammazzo.»
Infine, la svolta. Nel 2007 la donna ormai esausta decide di prendere la piccola e andarsene di casa ma lui non ci sta e – secondo l’accusa- a dimostrazione del dissenso avrebbe sferrato una testata alla 33enne. In quel caso però la vittima chiama il 118 e le vengono diagnosticate lesioni guaribili in una settimana.
L’inizio del dibattimento è previsto per l’8 novembre.