
La spoletina, dunque, assegno in mano (firmato, ma non compilato dal titolare) si sarebbe diretta verso una gioielleria, fingendosi la fidanzata del firmatario dell’assegno il quale, secondo quanto sostenuto dalla donna, troppo impegnato per poterle comprare lui stesso il regalo di Natale. Così la ragazza ha acquistato un anello e una bracciale, pagando il conto con l’assegno da 4mila euro e mostrando la sua patente di guida come documento d’identità, permettendo così al gioielliere di identificarla.
Eppure, le calligrafie diverse sull’assegno e perfino i due differenti tratti di penna non hanno convinto il titolare della gioielleria, il quale ha chiamato il proprietario dell’agenzia per assicurarsi che fosse al corrente di tutto, scoprendo invece che quello messo in atto dalla giovane era un vero e proprio furto, subito denunciato.
Ad un primo controllo, è risultato che la donna avesse denunciato il furto della propria patente per, si pensa, tentare di non essere identificata. Ma a nulla è valso il tentativo: la spoletina ha confessato tutto, aggiungendo «Doveva essere il mio regalo di Natale». Ora, invece, si ritrova con una denuncia per furto aggravato, simulazione di reato e truffa.