Il ricorso contro il Comune di Spoleto e la ditta esecutrice dei lavori del parcheggio del Tribunale di Spoleto è partito da due privati cittadini che, alla fine, hanno avuto la meglio. Il TAR dell’Umbria ha accolto infatti in pieno tale ricorso, con la motivazione che le automobili sarebbero con frequenza giornaliera proprio sotto le finestre delle loro abitazioni e anzi addirittura tale parcheggio sarebbe troppo a ridosso (sovrastandolo) del preesistente antico muro di confine. Principalmente, comunque, la cosa su cui il TAR si concentra è soprattutto il fatto che i residenti dovevano essere avvisati per tempo riguardo al progetto.
E se è vero che inizialmente il parcheggio doveva essere sotterraneo e che ciò non avvenne per via di ritrovamenti archeologici, modificando il progetto in itinere, è pur vero che le norme sulle distanze non possono essere violate, poiché riguardanti la salute pubblica. Per la risoluzione dell questione, la sentenza impone l’obbligo di arretrare l’inizio del parcheggio o di portarne l’altezza al di sotto del muro. Inoltre, Comune e impresa edile sono obbligate al pagamento delle spese istruttorie.