All’indomani dell’incontro nella sede del Ministero a Roma, dove oltre ai sindacati e all’assessore regionale Riommi, hanno partecipato soltanto due dei quattro fratelli proprietari, le sigle sindacali non hanno dubbi: la famiglia, che si è per l’appunto presentata divisa, deve farsi da parte per consentire la formazione di un Consiglio di Amministrazione che sia credibile davanti agli istituti di credito, perché la situazione sta precipitando a picco.
Per questo, , durante il quale -i sindacati sperano- si decida per la formazione di questo Cda e, intanto, nella giornata di mercoledì i lavoratori e sindacati torneranno a manifestare davanti la sede del gruppo a Terni, scongiurando anche il pericolo dello stop produttivo che purtroppo non è un’ipotesi così lontana, tanto più che, spiegano i sindacati, anche un solo giorno di fermo significherebbe perdere le commesse.