Sono fatti, questi, iniziati nel lontano 2005 e terminati l’anno passato solo grazie ad una restrizione cautelare che proibisce ad un 59enne spoletino di avvicinarsi a casa e alle persone che si sono costituite parte lesa, ovvero i genitori e la badante dei due.
Le accuse sono di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale, atti che sono cominciati quando, ubriaco, chiedeva spesso soldi ai propri genitori.
Con il passare del tempo, poi, l’ennesimo atteggiamento aggressivo tenuto nei confronti della madre (ha tentato di scagliare contro di lei uno sgabello -fatto non accaduto solo grazie alla prontezza della badante) ha indotto la donna a trasferirsi in una casa di riposo. Ma l’uomo spoletino non ha risparmiato neanche il padre: minacce di morte e violenze fisiche si sono infatti ripetute nel corso degli anni, come quando, a una richiesta del padre di abbassare il volume della televisione, il figlio lo avrebbe aggredito colpendolo con un telecomando sulla spalla, fino a romperlo.
E non è finita qui. Anche la badante sarebbe stata vittima della violenza dell’uomo: in un primo momento le avrebbe provocato lesioni e, con il passare del tempo, avrebbe addirittura tentato di violentarla sessualmente, avvicinando i suoi genitali scoperti a lei che, fortunatamente, riuscì a divincolarsi.
Oggi ci sarebbe dovuta essere l’udienza in tribunale, udienza che però è stata rimandata all’11 Aprile 2013. Nel frattempo, naturalmente, le misure restrittive a carico dell’uomo continuano ad essere in atto.