Giancarlo Fabrizi, il responsabile dell’enorme incendio scatenatosi sabato tra il carcere di Maiano e il Luna Park, è stato scarcerato ma il gup Laudenzi, non credendo alla non intenzionalità del gesto («l’ho fatto per ripulire il terreno dalle sterpaglie» ha dichiarato l’uomo) ha predisposto per lui l’obbligo di firma due volte al giorno presso la stazione dei carabinieri di Campello sul Clitunno, il Comune dove Fabrizi è residente e da cui non può uscire fino a nuovo ordine e, inoltre, l’obbligo di rimanere in casa nelle ore comprese tra le 19.00 e le 9.00.
La non intenzionalità dell’accaduto, per cui l’uomo dice di essersi addirittura procurato un ustione per tentare di domare le fiamme, è poco credibile per almeno due motivi: il primo è la stranezza del gesto per cui Fabrizi sarebbe venuto da Campello per bruciare delle sterpaglie a Maiano su un terreno non suo; il secondo è per via del fatto che ha tentato di depistare le indagini. Infatti, mentre se ne stava a guardare l’incendio insieme ad altri spettatori increduli, avrebbe detto ad una signora di aver visto il piromane scappare via su uno scooter ed indossare un casco bianco. La stessa dichiarazione l’avrebbe poi ripetuta alla Protezione Civile la quale avrebbe verbalizzato la testimonianza.
Il processo a suo carico inizierà il prossimo 4 settembre. I legali dell’uomo vorrebbero richiedere il rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica, considerato che il 63enne è tuttora in cura ed in passato è stato anche seguito dal Centro igiene mentale. Nel frattempo, continuano le indagini per l’incendio di Poreta in cui però Fabrizi nega ogni tipo di responsabilità.
Al di là di ogni colpa, comunque, di quella che era la bellissima montagna di Poreta, ora non rimangono che centinaia di ettari bruciati, alberi spogli e carcasse di animali.