E’ di cinque anni e quattro mesi la condanna per la madre che, nella sua abitazione a Passignano sul Trasimeno, costringeva la propria figlia in fase pre- adolescenziale (11 anni) ad avere rapporti sessuali con alcuni suoi coetanei.
Quest’ultimi venivano retribuiti dalla madre della ragazza con ricariche del telefono, lettori mp4 ma anche pacchi di preservativi da utilizzare poi con la figlia. Tra le varie dichiarazioni dei ragazzini, quella secondo cui la madre convinceva la ragazzina, assolutamente contraria, a masturbare i suoi coetanei con la scusa che “non c’era nulla di male“ e che “anche lei lo aveva fatto“.
Ma se la descrizione di quanto accadeva è in bilico tra la realtà e l’incubo, la spiegazione data lo è ancora di più. La madre, infatti, sognava per la figlia un futuro da star, una carriera da velina e cercava dunque, in questo modo, di renderla popolare.
Fonte: Umbria 24