Oggi 2 giugno viene celebrata la Festa della Repubblica Italiana a ricordo della nascita della Repubblica. Il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne, infatti, il referendum istituzionale indetto a suffragio universale con il quale gli italiani vennero chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Dopo 85 anni di regno, con 12.718.641 voti contro 10.718.502 l’Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati.
Dopo il terremoto in Emilia e i morti e la distruzione che ha causato, in questi giorni è stato alto il dibattito circa il fatto di tenere o non tenere le celebrazioni istituzionali per celebrare questo giorno. Ci sono quelli che pensano che la sfilata e le varie ceremonie di celebrazione non vadano fatte per rispetto alle vittime del terremoto ma anche e soprattutto perché quei soldi potevano andare a finire come aiuto ai terremotati. C’è invece chi pensa che è in momenti come questi che lo Stato deve, seppur con sobrietà, andare avanti, non piangersi addosso, e rimanere fermo nelle proprie tradizioni. Napolitano, ad esempio, ha detto che la cerimonia al Quirinale in occasione del 2 giugno ha ”sempre avuto un significato di leale adesione e sostegno all’ordine repubblicano, nella sua articolazione unitaria” r chr ”non si e’ mai trattato di una cerimonia esteriore, ma di un segnale importante di coesione nazionale: e piu’ che mai oggi esso ci appare tale e ci conforta in relazione alle prove da affrontare come sistema-paese”.
La Lega e l’IDV la pensano diversamente e domani diserteranno le celebrazioni. E tu, da che parte stai?