“Addio a Rolando, coiffeur dei divi – Da Frank Sinatra a Richard Gere – Inventò il cotonato di Lola Ponce e i boccoli di Nikka Costa”, così titola e sottotitola il Corriere della Sera nella sua versine online in un articolo apparso ieri e a firma di Roberta Scorranese.
“Era il 1969 quando nell’atelier milanese dell’allora neanche trentenne Rolando Elisei fece capolino una testa ricciuta, fitta, intricatissima. Da spoletino astuto, il coiffeur non ci mise più di un minuto a capire che non era una testa qualunque. «Era Lucio Battisti – raccontava Rolando – e veniva da me a fare una delle cose più difficili per lui: tagliarsi i capelli». Questo era uno degli aneddoti preferiti di quello che tutti chiamavano «il parrucchiere delle dive» e che se n’è andato poco più che settantenne.”. Con questo aneddoto, la giornalista del Corriere inizia il suo articolo per ricordare il nostro illustre concittadino, proseguendo poi così:”Perché di aneddoti e divi in quasi mezzo secolo di carriera, Rolando ne ha inanellati a centinaia. E chi lo ha conosciuto bene sa quanto gli piaceva raccontare. Come quella volta che si presentò da lui Loredana Bertè. «Aveva un ricciolo un po’ dimesso, quasi timido – spiegava Rolando – io la resi mossa, sontuosa, un po’ ferina». Diventarono amici. A Nikka Costa, invece (la baby star degli anni Ottanta) fece i famosi boccoli. Una vita divisa in due quella di Rolando. Quando arrivò a Milano, appena diciottenne, si mise a lavorare in un’officina meccanica. Ma di giorno bazzicava il salone di bellezza della zia. Poi l’accademia per parrucchieri («Durissima, altro che pettinar le bambole») e infine l’approdo da Vergottini.” E continua raccontando la storia di Dori Ghezzi che “andò da lui con l’intenzione di «fare appena una spuntatina» e ne uscì con la celebre frangia. È la storia di Iva Zanicchi, che lo «lanciò» a Sanremo: siamo alla fine degli anni Sessanta e la bella Iva doveva scegliere un’acconciatura che le coprisse il naso. Rolando le fece una coda di cavallo che più coraggiosa non si può. Perché lui aveva un motto: «Mai nascondere i difetti, meglio dar loro carattere». Manco a dirlo, da allora lui divenne un cittadino onorario del Festival della canzone: con forbici e nastri inventò il cotonato di Lola Ponce e fece i colpi di sole a Gianluca Grignani.”
La giornalista chiude l’articolo così:
“Era simpatico, Rolando, simpaticissimo. Ci si andava per un carré e si diventava amici. E amico lo era di molti, in primis di Aldo Coppola, il rivale per modo di dire. Lui scherzava sull’epiteto di «mago del pettine»: conquistò Frank Sinatra con un caffè come si deve e Linda Gray (la bionda di Dinasty ) con dei fiori. Richard Gere invece si inchinò docile e si fece fare la zazzera senza fiatare. Oggi i funerali nella sua Spoleto. Mentre Milano ricorda i tempi degli chignon a regola d’arte. O «a regola Rolando».”
Ciao Rolando!