Lamentela 118, risponde un operatore

Pubblichiamo questo commento scritto da un nostro letture in merito al caso della lamentela sul 118 . Lo pubblichiamo perché come dice l’autore del commento è scritto “non per giudicare o attribuire colpe ma come occasione per informare”:

buonasera.
sono soccorritore 118 da diversi anni, ovviamente il racconto è parziale e pertanto non è possibile giudicare né le scelte della signora né quelle della Centrale.

Specialmente senza conoscere i protocolli operativi locali.

In linea generale l’episodio potrebbe essere classificato come “codice Verde” (il più basso, il codice bianco, ancora minore, prevederebbe l’addebito dell’intervento) e quindi l’invio di un equipaggio privo di medico a bordo (salvo sempre regole locali) in quanto il paziente non è in pericolo di vita, la richiesta infatti si riferisce solo ad un aiuto generico per rimettere la persona nel letto.

Essendoci una dinamica di tipo trauma, l’osservazione avanzata dai VVFF appare corretta, senza un trasporto in ospedale non è possibile escludere un eventuale problema (esempio: frattura) successivo alla caduta o anche precedente (malore), quindi nessun equipaggio inviato dal 118 si sarebbe preso la responsabilità di non ospedalizzare il paziente (in caso di traumi anche i medici di solito insistono per il trasporto proprio perché non si possono fare diagnosi senza verifiche strumentali).

Avendo (da quanto appare) la signora rifiutato l’ipotesi del trasporto, questo “non è un servizio 118″.
Capita spesso che la Centrale (ma dipende come detto da scelte locali) invii l’ambulanza che, una volta appurata la situazione si trova nella difficile situazione di scelta tra:
1) convincere la persona ad una visita in ospedale
2) far firmare una nota in cui la persona dichiara di rifiutare il trasporto assumendosi ogni responsabilità per eventuali danni o problemi successivi.

Il pericolo delle cadute, sopratutto in alcuni soggetti è la fragilità della colonna vertebrale, quindi ogni trauma potrebbe danneggiare questa parte provocando paralisi più o meno grave.
Per questo motivo se non si vuole il trasporto si deve firmare la liberatoria, una caduta che “a caldo” non crea problemi può provocare danni il giorno seguente o ancora dopo a causa di movimenti errati che aggravano i danni iniziali. E dato che io non posso stabilire senza analisi la presenza di danni, se il paziente non vuole fare la visita deve assumersi ogni responsabilità nel caso poi rimanesse paralizzato o bloccato.
Per questo motivo, in caso di caduta, si consiglia di non muovere il paziente se non per il trasporto che avverrà su un piano rigido e bloccando ogni possibile movimento del capo e della colonna fino all’ospedale.

Concludo questo intervento necessariamente lungo ma scritto non per giudicare o attribuire colpe ma come occasione per informare.

un saluto