Pochi giorni fa, la Corte d’Assise d’appello di Perugia ha depositato le motivazioni dell’assoluzione per Amanda Knox e Rafaele Sollecito dall’accusa di omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. In più di centoquaranta pagine i giudici di secondo grado spiegano perché si è giunti, il 3 ottobre scorso, al verdetto di assoluzione per la coppia di fidanzatini. Nelle motivazioni, la Corte di Assise di appello di Perugia sottolinea “la insussistenza materiale, prima ancora che la equivocità, degli elementi indiziari” a carico della Knox e di Sollecito. E partendo da qui la Corte d’A
nnato Raffaele ed Amanda. Ma nelle motivazioni c’è una parte curiosa e che riguarda l’abbigliamento intimo di Amanda. Infatti, la studentessa americana, poche ore dopo l’omicidio della coinquilina, aveva acquistato in compagnia del fidanzato un tanga in un negozio di intimo del centro storssise d’appello ha smontato tutta la sentenza di primo grado che aveva conda
ico. L’acquisto di questo capo venne visto dall’accusa come non consono alla situazione che aveva colpito la giovane, e quindi come un elemento in più – insieme alle effusioni amorose tra lei e Sollecito di fronte alla casa dove nel frattempo all’interno la polizia faceva i rilievi del caso sul corpo della sua coinquilina – della sua colpevolezza – ovviamente questi erano solo il ”
contorno” di una tesi d’accusa molto più sostanziosa ed elaborata, basata su elementi molto più seri, ma che per ovvi motivi non stiamo qui a riportare.
La Corte d’Assise d’appello, dopo aver ricordato che dopo il sequestro della casa di via della Pergola l’americana era rimasta priva dei propri indumenti e dunque aveva necessità di acquistarne altri per cambiarsi, riferendosi all’acquisto del tanga sostiene che “in base a comune esperienza” si tratta di “un capo alla moda largamente diffuso tra giovani e meno giovani signore”. Ed aggiunge che l’acquisto di un tanga da parte di Amanda Knox dopo l’omicidio di Meredith Kercher, “piuttosto che un modello di mutande più severo”, “non puo’ davvero essere considerato manifestazione di animo insensibile ed incline a oscenità”. Infine, in considerazione dei gesti di affetto tra gli allora fidanzati e i comportamenti della Knox in questura, la Corte ritiene che non si possa attribuire “alcun valore indiziario di colpevolezza essendo innumerevoli i modi di reagire di ogni essere umano dinanzi a situazione tragiche”.