Di Giorgio Mariottini
Tetracloroetilene, ancora non hanno iniziato con gli inceneritori e relativi movimenti di scarico, magari non si sa dove per risparmiare, e già a sud di Foligno fanno capolino, nelle falde acquifere, tracce di residui chimici di lavorazione industriale.
Mai come in Campania dove le Amministrazioni hanno fatto finta di non vedere, permettendo che che le loro terre diventassero pattumiere chimiche dei rifiuti industriali speciali troppo costosi da smaltire.
Si mettevano d’ accordo, questi Padani, col terun che gli preparava una bella buca, in zona inceneritore, e voilà, il gioco è fatto; si interra quello che si deve interrare, si risparmia il mega-parcellone dovuto a chi accudisce ufficialmente i rifiuti speciali.
Tra la spazzatura varia che viaggia da mezza Italia verso i sempre più richiesti inceneritori, avendo un camion la certificazione di smaltimento che facilita gran parte del viaggio sul territorio, si può nascondere anche la spazzatura speciale in bidone pressurizzato, quella che ti uccide solo a guardarla, quella che costa una cifra paurosa a buttarla in una discarica speciale.
Si può interrare, e i nostri boschi immensi facilitano questo smaltimento occulto un po’ new age.