Nuovo suicidio a Spoleto, ma che succede?

Due suicidi in due giorni, stesse modalità. La gente al bar è confusa, si sbagliano i nomi, si confondono le identità, ognuno dalla descrizione spera non sia l’amico, il conoscente, insomma un caos umano che taglia le gambe e rinnova i perchè. Si cercano le cause, sembra impossibile in una comunità come la nostra che in due giorni due persone non riescano ad immaginare un domani. L’ultimo  è giovane, aveva chiesto il nostro intervento qualche anno fa per una pensilina che non c’era. I ragazzi andavano lì ad aspettare l’autobus senza protezione senza riparo. Lui altruista, aveva chiesto che le nostre telecamere ampliassero il disagio con la speranza che qualcuno se ne accorgesse e facesse qualcosa.

La pensilina non ce l’hanno mai messa, così come probabilmente la speranza che domani possa essere migliore dell’oggi. Ma Marcello non ci crede e al telefono non si da pace , poi scrive le parole che avete letto  nell’altro articolo. E’ un modo per ricordarlo dice, se ne andato così …sembra non se ne sia accorto nessuno.

Così come il ritmo infernale che abbiamo impresso alla nostra esistenza . Anche in una piccola città come questa, che dorme, è lenta , sonnacchiosa , sembra non succeda mai niente eppure qualcosa succede. Succede che anche noi, in questo ritmo infernale , perdiamo il senso delle cose, degli amici, di quello  che davvero  conta. A volte basta fermarsi un minuto in più a parlare , a volte basta perdere tempo per una parola invece di seguire quel ritmo infernale che corre.

Depressione….. che brutta parola, non sembra sia una malattia, ma a poco a poco ti stende , a poco a poco quel ritmo infernale scompare dietro l’impossibilità di seguirlo e, fermarsi…volontariamente fermarsi, sembra l’unico modo per riprendere fiato.