“Signor Sindaco,
la tipografia Nuova Panetto e Petrelli, con quota societaria dell’80,7% da parte della TIM 2000, in serie difficoltà economiche, ha recentemente rimesso il controllo aziendale al Tribunale di Latina, che ha nominato un Collegio gestionale composto da professionisti non spoletini, come non spoletino è l’attuale amministratore dell’azienda.
Allo scrivente risulta che, per cercare di salvare l’azienda, stia maturando una soluzione tecnica particolare, ovvero scindere il settore industriale da quello immobiliare.
Sembrerebbe che si voglia far acquisire l’immobile di viale Martiri della Resistenza, da una o più società immobiliari che, ristrutturandolo a dovere ed ampliandolo, potrebbero ricavare, fra appartamenti ed uffici, quasi 26.000 metri cubi di volume abitativo.
In cambio questa società si dovrebbe impegnare a costruire, contestualmente, un capannone di circa 3.500 mq. nell’area di San Giacomo, ove trasferire l’attività industriale.
Degli attuali 39 operai, almeno sette verrebbero posti in mobilità volontaria, mentre per i restanti verrebbe attivato un contratto di solidarietà, ovvero ridistribuire fra tutti il lavoro effettivo reperito (lavorare meno, ma lavorare tutti).
Se questo dovesse essere lo stato di fatto aziendale, La interpello per sapere:
a) se è vero che a fronte della suddetta operazione, non esiste un vero e proprio Piano Industriale ed una ricerca di mercato; tutto questo a garanzia della futura produttività; dell’esigenza di un rinnovo tecnologico e del mantenimento nel tempo dei livelli occupazionali (non vorrei che fatta la speculazione immobiliare, dopo uno o due anni, per conseguente mancanza di redditività, la nuova azienda chiudesse, con buona pace di tutti e tornaconto di pochi).
b) se è vero il fatto che non sia previsto alcun vincolo temporale per i responsabili delle suddette operazioni, così come sembrerebbe richiesto dagli stessi Sindacati;
c) per quale motivo, ammesso che l’operazione stessa risulti essere condivisibile e fattibile, non sono state individuate società immobiliari locali, magari più legate al territorio e, quindi, ipoteticamente più garantiste;
d) se non ritiene opportuno e necessario, vista la portata dell’eventuale provvedimento, indire un Consiglio Comunale aperto al quale far partecipare tutti gli interessati all’operazione, garantendo così un coinvolgimento decisionale.
Si chiede cortesemente risposta scritta, unitamente alla discussione in Consiglio Comunale”.
Sergio Grifoni