Agorà è un film del regista spagnolo Alejandro Amenábar che racconta la storia della filosofa, astronoma e matematica Ipazia, vissuta ad Alessandria d’Egitto nel IV secolo d.C. e uccisa per mano di un gruppo di fanatici religiosi cristiani. Un film imperdibile, ma che l’Italia rischiava di perdersi.
Si perché alla Chiesa la storia raccontata dal film non è piaciuta e questo ha fatto si che per mesi non ci fosse alcuna casa di distribuzione disposta a comprarne i diritti. Per questo motivo la pellicola di Amenábar, uscita in tutte le sale europee a dicembre del 2009, è arrivata in Italia soltanto ad aprile del 2010.
Tutto ciò perché le verità storiche che affiorano se si racconta la storia di Ipazia possono risultare scomode: un gruppo di fanatici cristiani che occupano la Biblioteca di Alessandria e ne bruciano le opere, che diffondono la fede cristiana con la forza e obbligando i pagani alla conversione. E ancor più imbarazzante è la storia di Cirillo di Alessandria, attualmente considerato Santo e dottore della Chiesa, e che in vita fu lo spietato assassino di Ipazia e di molti altri pagani che rifiutarono di convertirsi.
Una verità storica che trasmette un insegnamento importante: che il messaggio di pace diffuso da Cristo spesso è stato sopraffatto e corrotto dalla sete di potere, che la fede religiosa spesso non è stata altro che uno strumento per raggiungere obiettivi di altra natura, che della religione gli uomini si sono serviti come strumento politico. E probabilmente la Biblioteca di Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo, non è giunta sino a noi non per ragioni religiose, ma per le mire di esseri umani corrotti che si sono serviti della fede per spargere sangue e distruggere ciò che a loro era inaccessibile.
A causa dell’oscurantismo che caratterizza l’Istituzione Vaticana, noi italiani rischiavamo di non venire a conoscenza della storia di Ipazia, almeno non attraverso uno dei mezzi di comunicazione più diffusi: il grande schermo. Rischiavamo di perderci un film di straordinaria bellezza che in realtà non vuole essere un’accusa alla Chiesa, ma alle intolleranze e agli estremismi, alle discriminazioni di classe e di genere, alla corruzione e alla sopraffazione. Un film che rende onore alla vita di una straordinaria studiosa di filosofia, astronomia e matematica, che esalta la scienza, la conoscenza e denuncia la distruzione del sapere. Un film dai temi ancora fortemente attuali.
E proprio questa storia, che ci mostra quanto sia dannoso occultare il sapere, rischiava a sua volta di essere occultata. Una sorta di censura su cosa può e non può essere raccontato e ricordato? Forse si o forse no. Sicuramente è più comodo gettar sabbia negli occhi che affrontare qualcosa che non è facile spiegare.
Un film che ci insegna l’importanza del progresso e della ricerca scientifica, tante volte ostacolati dall’Istituzione Ecclesiastica. Un passato che dovrebbe insegnarci a sminuire le ingerenze della Chiesa contro la scienza e il progresso, perché la fede cristiana è fatta di amore, fratellanza e tolleranza, non di oscurantismo e ignoranza. E la vicenda di questo film ci dimostra che probabilmente quella piccola piazza al centro di Roma ha molta più influenza nella vita attuale italiana di quanto molti di noi possano immaginare e di quanto uno stato laico possa consentire.
Sofia Ricci
1)Okay, mi piacerebbe che ogni tanto si parlasse anche dei martiri cristiani di oggi (proprio di questi giorni)in Africa ma si preferisce mettere in evidenza ancora fatti accaduti 1600 anni fa.
2)L’istituzione ecclesiastica ha ostacolato il progresso scientifico? Sarà, ma se dovessi sottopormi a un intervento preferirei un ospedale di Roma a uno di kabul.
3)L’ho già detto altre volte: parlar male della Chiesa è diventato lo sport nazionale; è uno sport facile da praticare perchè qualunque cosa uno dica della Chiesa, del Papa, dei Vescovi, della fede cristiana in generale, non è sanzionato in nessun modo, neanche con una multa. Questa Chiesa oscurantista ci permette di insultarla tutti i giorni e porge l’altra guancia. Non è vero? Provate a trasferirvi in un paese islamico e ad avere lo stesso atteggiamento nei confronti della religione ufficiale!
1)Okay, mi piacerebbe che ogni tanto si parlasse anche dei martiri cristiani di oggi (proprio di questi giorni)in Africa ma si preferisce mettere in evidenza ancora fatti accaduti 1600 anni fa.
2)L’istituzione ecclesiastica ha ostacolato il progresso scientifico? Sarà, ma se dovessi sottopormi a un intervento preferirei un ospedale di Roma a uno di kabul.
3)L’ho già detto altre volte: parlar male della Chiesa è diventato lo sport nazionale; è uno sport facile da praticare perchè qualunque cosa uno dica della Chiesa, del Papa, dei Vescovi, della fede cristiana in generale, non è sanzionato in nessun modo, neanche con una multa. Questa Chiesa oscurantista ci permette di insultarla tutti i giorni e porge l’altra guancia. Non è vero? Provate a trasferirvi in un paese islamico e ad avere lo stesso atteggiamento nei confronti della religione ufficiale!