Di Giorgio Mariottini
“Non siamo un Partito!”, spiega Angelo Loretoni, “tutti coloro che vorranno far parte di questa associazione dovranno spogliarsi della propria casacca politica”.
Il “dovranno” mette pensiero perché all’ incitare a togliersi la propria divisa di partito dovrebbe corrispondere una già avvenuta rinuncia alla propria.
La morte del Centro Storico in tutta la sua recente evidenza, è il cavallo di battaglia che da anni la destra spoletina cavalca, urlando promesse di soluzioni che alla fine rimangono celate.
Ma dove?
Sicuramente non in Consiglio Comunale quando tutti insieme varano dei mega piani regolatori che per forza di cose si trasformano in unità abitative a basso costo, grossa attrattiva per chi cerca di acquistare o affittare casa, il che sposta i Cittadini fuori da un centro storico semivuoto
con i suoi costosissimi appartamenti appena ristrutturati a spese dello Stato (fondi per il terremoto).
Dicevo che questo “Rinnovamento per Spoleto”, si vorrebbe integrare a pieno titolo in quella “Società Civile” che spesso è riferimento per associazioni di altra tendenza politica, anche gettando sulla politica in genere quel fango che va tanto di moda tra molti politici di tutti i colori, fango con cui anche il nostro Premier ha fatto la propria fortuna politica.
“Rinnovamento per Spoleto”, niente casacche, nessuna volgare rapporto con la politica di Palazzo, ma una lista di Soci Fondatori talmente politicizzata che si potrebbe scambiare per una lista elettorale, di quelle attaccate fuori dal seggio.
Quale sarà la prossima mossa? Chiedere le dimissioni del Sindaco? Richiesta che va tanto di moda ultimamente, anzi è scic urlarle tutti insieme, magari con Cinque Stelle, che riesce a non stonare cantando con questo coretto francamente inascoltabile, come racconta MAURA COLTORTI in uno splendido articolo su un altro giornale in rete.