Giorgio Mariottini fa il liscio e busso a Pippo Lilli: l'altra faccia degli anni '70

Quel lieve voler a tutti i costi favorire un’ amico, naturale per l’ umano….., illecito per chi esercita un ruolo pubblico, un po’ da massoneria di campagna risulta invece per chi dovrebbe fare informazione locale decentemente.
Il diritto di replica che viene negato in virtù di un principio di appartenenza alle Grandi Avventure degli anni settanta italiani, che accomuna la redazione di un giornale online spoletino ad un certo FILIPPO LILLI che aveva criticato un punto di vista mio, chissà se giusto,
comunque pubblicato giorni fa.
Presento quindi a voi  la mia replica, ringraziandovi per il un sevizio al Cittadino, ed in questo caso il Cittadino sarei io.
Ecco la replica, a chi tutto sommato nemmeno meriterebbe una replica:

Filippo Lilli: solo riguardando per caso articoli passati ho scoperto quanta superficialità possa alloggiare in un umano.
Affascinato dagli anni settanta?.
Sti cazzi, io non sono affascinato da quella forma  di Italianità comunque coatta.
Lilli si incazza con il sottoscritto perché considero una cazzata i movimenti politici esaltati dalla grande demenzialità, che aveva contaminato anche certi salotti buoni, concistori dove affluivano stronzate ben presentate.
Inneggiavano alla morte di Moro, certi Pavoni con l’ eskimo; lo urlavano come ossessi all’ assemblea d’ Istituto, a cento KM da qui, quelli che dopo un anno, stavano in piazza a fare gli splendidi con macchinone di Famiglia e accessori vari.
Già erano tornati a casa i Lassy di PAPY.
Ha gioito LILLI quando il corpo di Moro è stato ritrovato?
Spero di no.
Ero un ragazzo e la cosa m’ ha fatto schifo, come m’ hanno fatto schifo
i fanatici d’ allora, tanti dei quali  sono gli abbuffini d’ adesso, completamente in balia della moda urlata, gente che in mille dovevano sollazzarsi culturalmente con letture obbligate, per non fare la figura dei Villani con la prima bella gnocca del movimento che pretendeva il
rispetto,non dei principi, ma della moda che lei stessa rappresentava, ”La moda che governa dei Comunisti!!!?”: già fa percepire la valenza dei protagonisti di tali mitiche gesta.
Lilli, costretto dalla gnocca a leggere Alexis Henri Charles de Clérel de Tocquevill, Sa che palle!!!.
I risultati di tanto generalizzato ardire, sono stati un Sindacato distrutto,
un PCI che poteva vincere le elezioni in vistoso arretramento,
un compromesso storico tra grandi politici azzerato, i diritti del lavoro,
faticosamente conquistati dai sindacati, messi in discussione, Craxi che si apprestava a prendersi l’ Italia, coadiuvato da Berlusconi Editore..
Pasolini allora diceva che quei quattro peracottari vestiti da manifestanti,
figli della Borghesia facevano la guerra solo ai figli del popolo, giovani in divisa costretti  dalla miseria ad arruolarsi.
Ma chi è stò Lilli, un prodotto del Grande Fratello di allora?.
Paolo Rossi, attore, autore raccontava dal palco:
Negli anni settanta questi che bazzicavano le piazze buone di Milano
venivano caricati sui cellulari della Polizia come ultracomunisti.
Negli anni novanta, in piena tangentopoli, gli stessi personaggi, diventati
imprenditori, ARIVENIVANO caricati sul cellulare della Polizia”
Alla moda non si resiste .
I Led Zeppelin assaltati a Milano come nemici del popolo,
Carlos Santana, a DUEMILALIRE DI COSTO aggredito da sti pezzi di merda di Aut.Op. che provocatoriamente esigevano un prezzo più popolare.
Santana preso a sassate, con tutto fuoco intorno, e per anni sono stati vietati i concerti in Italia.
Non voglio continuare per rispetto dei sogni altrui, ed una editoria libera forse, fra qualche anno, riuscirà a leggere realmente i fatti per quello che sono stati, non nell’ immaginario perverso, di chi faceva il rivoluzionario
con i soldi in saccoccia, come in un’ immenso Luna Park.