Lo Spoleto Nuoto ha un’anzianità federale che risale al 1986 e da allora svolge ininterrottamente attività natatorie: corsi di nuoto per tutti, corsi per diversamente abili, acquagym, scuola nuoto, pre-agonistica e agonistica. I tecnici sono tutti in possesso di brevetti F.I.N. di vario livello e partecipano ai corsi di aggiornamento indetti dalla F.I.N. ma fanno anche e soprattutto continuo autoaggiornamento. Si calcola possano aver frequentato i suoi corsi circa diecimila persone e pagando regolarmente un profumatissimo affitto per gli spazi acqua che si calcola approssimativamente in oltre un milione di Euro.
Con la squadra agonistica, divenuta dal 1996 Umbria Nuoto(in unione con AICS Terni e UISP Orvieto), per le categ. Esordienti A e Assoluti ha ottenuto lusinghieri risultati:
11 titoli di squadra ai campionati Regionali oltre a numerosissimi titoli individuali e records regionali, 21 finali ai campionati Italiani di categoria con 5 atleti diversi, una campionessa Italiana categ. Junior, 4 medaglie ai campionati Italiani giovanili, una finale agli Europei del 2006 con il settimo posto di Giulia Canolla, nel 2009 ben 7 atleti hanno ottenuto il tempo di partecipazione per i campionati italiani giovanili. Lo Spoleto Nuoto da sola con gli Esordienti B, la categoria più piccola della F.I.N. ha vinto il titolo Regionale di squadra nel 2009 e giungendo seconda nel 2010 e nel 2008 oltre a numerosi titoli individuali.
La nostra associazione è conosciuta in tutta Italia grazie all’organizzazione del Meeting Nazionale di Nuoto “Città di Spoleto” che in queste nove edizioni disputate ha visto la presenza dei migliori interpreti del nuoto nazionale e con il record quest’anno di presenze di 1200 partecipanti.
Il sogno dello Spoleto Nuoto- Umbria Nuoto è oggi la realizzazione di un progetto: una nuova struttura integrata a servizi in grado di promuovere ancor più le varie attività, sviluppare il turismo sportivo attraverso l’organizzazione di più manifestazioni e trasformare la Piscina da spesa per il Comune a risorsa produttiva ed economica offrendo anche nuovi posti di lavoro.
Una piscina moderna è una struttura tecnologicamente complessa, richiede la collaborazione e l’impegno di persone competenti, di idee e di iniziative, le proposte innovative dello Spoleto Nuoto mettono a rischio la visione assistenzialista e garantista con cui oggi la Cooperativa gestisce l’impianto, il motto è di non modificare la situazione attuale per non perdere i privilegi nel tempo acquisiti. Il risultato è che il forte degrado in cui versa l’impianto di piazza D’Armi va di giorno in giorno aumentando, al punto che il Comune si troverà presto costretto a stanziare ulteriori finanziamenti per arginare una situazione ormai irreversibile anziché ricavare il profitto che i progetti dello Spoleto Nuoto potrebbero garantire come già succede peraltro, in alcune realtà Umbre(vedi Bastia e Terni). Negli anni scorsi la Cooperativa di gestione ha ricostituito strumentalmente la società il Delfino e chiesto ulteriori spazi oltre a quelli previsti dall’allora convenzione, sottraendoli allo Spoleto Nuoto, spazi ottenuti grazie anche a pirotecniche e fantasiose interpretazioni dei criteri vigenti per l’assegnazione degli spazi delle palestre per le società di Pallavolo e Pallacanestro. L’obiettivo era ed è evidente: emarginare il più possibile chi fa proposte costruttive e porta avanti progetti innovativi. L’epilogo è sotto gli occhi di tutti, il 50% penalizza seriamente la nostra associazione e per i corsi di nuoto dai quali si ricavano la maggior parte delle risorse per l’attività agonistica e per gli atleti stessi che nel migliore dei casi dovranno allenarsi in spazi angusti e insufficienti se non addirittura trasferirsi nelle città limitrofe. A questo punto, avendo dalla loro il capitolato di appalto, sarebbe stato preferibile l’eliminazione completa, soluzione peraltro suggerita nel corso di una riunione al Presidente della Cooperativa.
Così tolto di mezzo lo Spoleto Nuoto, al Comune non verranno fatte che proposte improntate su logiche vecchie, costose e di tampone che non guariranno di certo il malato terminale.
Quella che sembra un pessimo ed ennesimo caso di litigiosità tra due associazioni della nostra città, nasconde in realtà il tentativo di allontanare chi non accetta vecchie logiche di gestione, fa opera di controllo, anche se inutilmente tanto non interessa a nessuno,(mai visto in 25 anni qualcuno del Comune venire a visitare e a controllare l’attività e soprattutto il rispetto delle convenzioni), e avanza proposte reali con progetti credibili per ripensare l’impiantistica di piazza D’Armi nel suo complesso. Per concludere “la guerra degli spazi” nasconde una verità complicata e dalla prospettiva assai meno retorica di quella che a prima vista può apparire. L’invito all’intera comunità cittadina deve essere quella di scommettere su una visione più moderna relativamente ad un settore come lo sport, fondamentale sia dal punto di vista educativo che economico.
Walter Cieri