Le voci si rincorrono nella Città del Festival: i due popoli, quello a favore e quello a sfavore, si scontrano tra la paura per la imminente scomparsa della Spoletina e la pubblicazione dei bandi pubblici, fatti, questi, che suscitano sempre inevitabili polemiche.
Non sappiamo dove si possa collocare una parola di verità: siamo però convinti che un punto fermo sulla situazione si possa e si debba fare.
La mobilità alternativa è una cosa buona per la città di Spoleto, anzi, crediamo che le opere costruite, sebbene alcuni le definiscano “faraoniche”, siano il segno chiaro e tangibile di una città che per sopravvivere dovrà cambiare. Cambiare nelle mentalità, nella testa, nel pensiero volto al lungo periodo e non concentrato solo sul presente. Come poter pensare di vivere Spoleto solo con le automobili: in Italia e nel mondo, i segnali sono rivolti proprio nel verso contrario. Ma l’ostinazione e l’inclinazione ad un atteggiamento “medievale” la fanno da padrona.
L’unico problema, certo da non sottovalutare, sono i costi di gestione di queste opere: e se poi tutto questo venisse lasciato gestire da una holding regionale, all’interno della quale la forza decisionale di Spoleto sarà pari allo zero, allora vi saranno numerosi problemi, sia gestionali che occupazionali.
Infine, crediamo che nella nostra attuale apparente democrazia, il sistema del concorso pubblico sia una bella presa in giro per l’intelligenza dei cittadini. Crediamo, invece, che il metodo “per cooptazione o cooptativo” sia più onesto e più rispettoso per la dignità della persona umana e forse, aggiungiamo, l’unico che possa ancora garantire un minimo di meritocrazia.
Simone Fagioli